Calcio – Penalizzazione, questa conosciuta…che cambia la geografia della Serie B

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Le penalizzazioni nel campionato cadetto. Violazioni amministrative e calcioscommesse: il quadro delle sanzioni esistenti e di quelle future destinate a scuotere la classifica.

Conti in regola, rispetto degli obblighi amministrativi e delle relative scadenze. C’era una volta il calcio dei bilanci di sana e robusta costituzione che ora invece latitano e costringono i tribunali dello sport ad infliggere punti di penalizzazione come se piovesse.

Accade di frequente in Lega Pro, dove il Tribunale Federale Nazionale emette sanzioni a grappoli, ma il trend intrapreso negli ultimi tempi dalla Serie B è senza dubbio allarmante. La conseguenza è quella di una classifica scarabocchiata dai segni meno e dagli asterischi che rinviano alle didascalie recanti la portata delle varie penalizzazioni.

Ma non è tutto, perché l’espletamento dei successivi gradi di giudizio spesso e volentieri può comportare la riduzione o l’annullamento della penalizzazione addirittura in primavera, quando il gioco si fa duro in termini di obiettivi. Insomma, una spada di Damocle perennemente minacciosa.

Tre finora i club che in Serie B viaggiano con l’handicap della penalizzazione. Il Novara ci ha oramai fatto il callo sin da quando è scattato dai blocchi di partenza. A fine luglio, il -2 comminato per una doppia violazione sul pagamento di ritenute Irpef relative al 2014 che il ricorso inoltrato alla Corte Federale d’Appello è riuscito a cancellare. Rigettato. Altrimenti i punti effettivi in graduatoria dai piemontesi sarebbero stati quaranta, cinque in meno del Crotone posizione sul confine della promozione diretta.

A inizio novembre, invece, la scure del giudice federale di primo grado si è abbattuto impietosa sulla Virtus Lanciano, rea di non aver rispettato i parametri Covisoc. I rossoneri, che annaspano al penultimo posto, sono in difficoltà a livello societario e stanno smantellando la rosa consapevoli che saranno penalizzati di un altro punto o addirittura due (del deferimento ufficiale però ancora non c’è traccia).

Situazione analoga per il Cesena, appaiato in classifica all’Avellino a quota 31 punti. Un mese e mezzo fa, i romagnoli hanno incassato – ma non digerito – un punto di penalizzazione per irregolarità amministrative legate al sistema delle licenze nazionali. La società bianconera ha inoltrato ricorso immediato, ma ora deve fare i conti con l’ultimo caos scoppiato qualche giorno fa dopo le perquisizioni della guardia di finanza.

Riciclaggio, frode fiscale, associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, simulazione di reato e falso in bilancio: queste le accuse formulate dagli uomini delle fiamme gialle nei confronti della vecchia proprietà rappresentata dall’ex presidente Igor Campedelli. I risvolti penali e civili viaggiano su un binario parallelo a quello della giustizia sportiva che però potrebbe rilevare gli estremi per ammende o penalizzazioni nell’attuale campionato.

Tra le penalizzazioni in arrivo, c’è anche quella riguardante il Livorno, coinvolto dello scandalo del calcioscommesse “Dirty soccer”. La procura federale ha contestato la responsabilità presunta ai labronici in merito alla combine di Livorno-Brescia (4-2) del 24 gennaio 2015, chiedendo un punto di penalizzazione.

Lo stesso Livorno però figura nel calderone di avversari nelle partite comprate dal Catania secondo quanto emerso nel filone d’inchiesta “I treni del gol”. Insieme agli amaranto, Trapani, Latina e Ternana per le quali, seppur in tempi biblici, non è da escludere un deferimento per responsabilità indiretta qualora fosse acclarato il coinvolgimento di propri tesserati.

 

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