E’ uno dei tre ex dell’incontro: Stefano Guidoni, 35enne attaccante arrivato a Cremona soltanto a mercato chiuso, parla della sfida contro una ‘fetta’ del suo passato. Il centravanti grigiorosso, nonostante abbia trascorso soltanto pochi mesi all’ombra del Partenio, ha di sicuro lasciato il segno. Sono passate nove lunghe stagioni (96/97) da quando la punta piemontese calcava la verde erba dell’impianto di Via Zoccolari. Sibilia lo acquistò dal Monza insieme a Ruggiero Radice e Salvatore Giorgio, gli altri due gioielli brianzoli. Arrivato dai biancorrossi con ottime credenziali e con la fama di cecchino infallibile. Nel mese di novembre fu scaricato dal patron di Mercogliano, che lo cedette in B al Cosenza. Un inizio incoraggiante caratterizzato da goal e buone prestazioni. Ma dopo 11 incontri di campionato ed alcune buone prove in Coppa Italia, tra lo stupore generale il neobomber della formazione di Della Casa fu mandato via. Nella prima parte della stagione, fu tra i principali protagonisti della truppa biancoverde allenata da Pasquale Casale segnando goal importanti e facendo sognare il pubblico di fede irpina. Il bomber che ha girato mezza Italia – Monza, Avellino, Cosenza, Salernitana, Venezia, Perugia, Paleremo – ricorda con piacere le poche settimane vissute da lupo: “Nonostante abbia giocato ad Avellino pochi mesi, ho un buon ricordo di quell’esperienza. Partimmo bene sia in Coppa con la Lazio che in campionato. Poi qualcosa si inceppò ed iniziammo ad avere problemi”.
Che ricordo hai di Sibilia?
“Nonostante ebbi un duro diverbio, conservo un ottimo ricordo del commendatore. Lui è un passionale che ha dato tanto per l’Avellino calcistica”.
In tanti sostengono che la tua cessione sia dovuta al fatto che fossi entrato sin da subito nel cuore dei tifosi e che questo non andasse giù al presidente: “Beh… con loro ho avuto inizialmente un buon rapporto, poi i risultati non sono arrivati ed hanno iniziato a criticare la squadra. Comunque il pubblico irpino è stupendo, davvero fantastico. Nonostante una retrocessione che bruciava ancora, erano sugli spalti ad inneggiarci, facendoci sentire il loro calore”.
Sabato affronti la tua ex squadra, che sfida sarà?
“Molto difficile. Ci ritroveremo di fronte una squadra trasformata rispetto al girone di andata. In salute e reduce da ottimi risultati. Credo che in questo periodo sia l’avversario peggiore che ci possa capitare. Una formazione uscita molto rinforzata dal mercato di riparazione. E’ arrivata gente di categoria che si è integrata bene in un gruppo giovane e con poca esperienza, in un torneo lungo e difficile come quello di serie B”.
Cosa temi di quest’Avellino?
“Hanno due attaccanti fortissimi, che stanno vivendo un ottimo momento di forma. Sono assolutamente da tenere sott’occhio. Da circa una settimana lo ripeto ai miei compagni di squadra. Biancolino, con cui ho giocato a Venezia, e Danilevicius secondo me si completano molto bene. Sarà difficile arginarli, ma se giochiamo come abbiamo fatto con il Pescara potremo riuscirci”.
Una sfida delicata. Con due squadre invischiate nella lotta per non retrocedere e a caccia di punti per tirarsi fuori dalla zona calda. Per voi, però, quello contro i lupi potrebbe essere l’ultimo treno per la permanenza in serie B: “Ci giochiamo una gran fetta di campionato, ma anche per l’Avellino è una partita importantissima. Un incontro dal grado difficoltà davvero notevole per entrambe. Credo che alla fine verrà fuori una bella partita”.
(di Sabino Giannattasio)
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