Assolto dall’accusa di detenzione ai fini dello spaccio di marijuana il titolare di un’attività commerciale alle falde del Partenio, finito nei guai perchè dagli esami eseguiti sulle bustine di sostanza sarebbe risultato che queste superavano il principio attivo, il cosiddetto Thc. Circostanza che nel corso del processo, celebrato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino, è stata ribaltata dalla documentazione prodotta dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Carmine Ruggiero.
Una documentazione che ha portato la stessa Procura a chiedere che l’imputato venisse scagionato dalla contestazione. I fatti per cui si era a processo si riferivano ad un’attività dei Carabinieri nel giugno del 2020. I militari in quella occasione avevano sequestrato 64 bustine già sottovuoto e fornite da un’azienda irpina che si occupa di marijuana light, del peso di circa 3 grammi. Tutto alla luce di un precedente sequestro eseguito a carico di un giovane che aveva riferito di averla acquistata presso l’attività commerciale.
Per l’accusa superava i livelli che ne facevano una sostanza psicotropa e quindi era scattata la denuncia. Lo stesso Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino aveva confermato il sequestro della sostanza. Il processo ha invece dimostrato il contrario.