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Bulloneria Meridionale: Mastella interroga Maroni

Lacedonia/Roccabascerana – Bulloneria Meridionali: un futuro sempre per buio per le tute blu dello stabilimento di Roccabascerana e Lacedonia. “165 famiglie – si legge nell’interrogazione posta dal leader dell’Udeur Clemente Mastella al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – già senza lavoro, che hanno contratto, facendo affidamento sulle somme della cassa integrazione (circa 5.000 euro), rischiano di poter accedere previa domanda ad eventuale causa solo ai sei mesi di Tfr (poco meno di 1000 euro) avendo tra l’altro perso la possibilità di poter accedere con sei mesi di anticipo alle liste di mobilità che oltre a comportare l’introito pari a quello della Cgis (almeno per il primo anno di iscrizione nelle liste stesse) hanno in sé il vantaggio anche di rendere il lavoratore più appetibile per le aziende, le quali con la sua assunzione hanno sgravi contributivi sino a sessanta mesi”. Insomma una riflessione per sollecitare soluzioni affinché si intraprendano iniziative tese a tutelare un diritto: il lavoro. Una lunga storia intervallata da proteste, incontri che hanno chiuso il proprio ‘iter’, il 19 dicembre 2003 quando l’azienda è stata dichiarata fallita dal tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi. Dal mese di marzo 2004, e sino alla data del 19 dicembre 2004, i 165 dipendenti, rimasti senza lavoro, hanno avuto accesso alla Cgis, previa delibera ministeriale, presupposto della stessa “la ripresa aziendale e/o l’inesistenza di cause che rendano impossibile, nel caso di aziende fallite, la vendita o il fitto degli stabilimenti”. Ma non è finita: “E’ pervenuto al ministero un fax inviato dal giudice delegato al fallimento del tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, con il quale si comunicava che benché ricorressero tutti i presupposti per la concessione della proroga si doveva tener conto del fatto che lo stabilimento di Roccabascerana era gravato da una sentenza del Tar, emessa in favore del comune irpino, con la quale si stabiliva il suo abbattimento perché costruito in carenza di alcuni requisiti di legge, e che all’interno del menzionato opificio trovavano ubicazione macchinari sottoposti a sequestro conservativo; tali condizioni rendevano ‘impossibile’, allo stato, sia il fitto che la vendita dell’opificio; a questo punto si bloccava l’erogazione e la valutazione ministeriale effettuata, perdeva, altresì ogni finalità essendo mutate le condizioni sulla quale era stata espressa”. Una serie di incartamenti e comunicazioni che sono terminati in data 28 aprile 2005 “chiusosi il fallimento e divenuto esecutivo, non essendo intervenuta alcuna opposizione, 15 giorni dopo il giudice delegato della procedura, dopo aver conferito ai legali per vari pareri e ottenuto tutte le sanatorie del comune di Roccabascerana (…)” ha inviato un plico al ministero con il quale si richiedeva lo sblocco della Cigs. Ciò non è bastato. Sembra che l’orientamento del ministero sia destinato a rigettare l’erogazione in quanto “i presupposti non sono stati creati in tempo”.

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