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Bufera su De Luca, il credito di Vetrano e la panchina dell’Avellino

De Luca e Vetrano

Spuntano nuove rivelazioni dalle intercettazioni relative alla bufera giudiziaria che si è abbattuta sui vertici della Regione Campania.
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato alcune dichiarazioni che riguarderebbero da vicino la provincia di Avellino.

Secondo quanto riportato, Geppino Vetrano – coordinatore di Campania Libera in Irpinia alle Regionali 2015 e uno degli indagati nell’inchiesta che che vede coinvolto per induzione indebita il presidente della Campania Vincenzo De Luca – in una telefonata che viene intercettata il 20 luglio 2015, due giorni prima che venga resa nota alle parti la sentenza del tribunale civile che congela la sospensione del presidente della Regione per gli effetti della legge Severino, avrebbe detto:

“Nel frattempo io quell’operazione l’ho fatta, e quindi il mio credito ormai è come quello della Germania nei confronti della Grecia”. 

Poi, su quel “credito”, precisa: “Si deve vedere come si può esigere, perché è inesigibile… comunque domani ha la notizia”.

Vetrano – ex presidente del Consiglio comunale di Avellino –  è considerato dalla Procura di Roma, a cui è approdato il fascicolo, un intermediario di Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, che faceva parte del collegio giudicante.

Secondo l’accusa, Manna avrebbe minacciato De Luca di una sentenza sfavorevole, cosa che avrebbe fatto perdere all’esponente Pd la poltrona appena conquistata alle urne.

Nell’informativa della Squadra mobile di Napoli che l’indomani, 21 luglio, “… Vetrano apprendeva da Brancaccio (un altro degli indagati, ndr), che a sua volta era stato informato da Manna (il marito del giudice Scognamiglio, ndr), del deposito della sentenza sul ricorso del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, sentenza che poi verrà resa nota alle parti il giorno successivo, 22 luglio 2015. Vetrano, appresa la notizia, si affrettava a comunicarla a Carmelo Mastursi (all’epoca capo della segreteria di De Luca in Regione, ndr), inviandogli un sms”.

Nelle conversazioni tra Manna e Brancaccio (anch’egli indagato) il posto di direttore generale dell’Asl di Avellino diventa la panchina di allenatore dell’Avellino.

“I due interlocutori – ricostruiscono gli inquirenti – nell’intercettazione del 20 agosto si accordano per inviare a Giuseppe Vetrano (politico avellinese, ndr) un messaggio tramite whatsapp contenente una metafora calcistica con cui chiedere quando si sarebbe proceduto alla nomina dell’allenatore dell’Avellino, alludendo verosimilmente – sottolineano gli inquirenti – alla già più volte agognata (da Manna, ndr) poltrona di dirigente generale dell’Asl avellinese”.
“Ma dell’allenatore dell’Avellino, se n’è parlato?” suggerisce di scrivere Brancaccio. “Perfetto, bravo sì!” risponde Manna. E ancora Brancaccio: “Hai novità per l’allenatore dell’Avellino?”.

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