“Il trasformismo non è compatibile con le politiche della trasformazione. Consiglio a Sbrescia, oggi dell’UDEUR, di scegliere meglio i temi dei suoi interventi pubblici. Non tutti hanno dimenticato da dove arriva, eletto nelle file del centrodestra, e né, con quale stile ha condotto la sua campagna elettorale, cioè utilizzando scelte, rapporti e contatti maturati durante la fase del commissariamento del comune capoluogo, che ha visto protagonista, in maniera diretta, il padre del consigliere. Quella che si è generata nelle passate settimane non è una crisi politica, ma la crisi della politica per come questa si è determinata nella fase successiva a tangentopoli. Rifondazione Comunista, dopo la grande ripresa dei movimenti, aveva scommesso sulla possibilità di un’esperienza di governo, permeabile alle lotte, nella possibilità di poter assecondare la crescita di un’alternativa sociale anche sui tavoli del governo. Quelli appena trascorsi sono stati due anni lenti e caratterizzati da una logorante guerra di posizione che ha visto la contrapposizione fra questa aspettativa e la crescita del potere d’ingerenza nella vita politica italiana del partito dei poteri forti che, per sua stessa natura, è trasversale, perché capace di attraversate i programmi e gli schieramenti, e, in virtù di una legge elettorale colpevole di determinare alleanze spurie e coatte, sui numeri risicati del Senato ha costruito, attraverso la pratica del trasformismo politico, la punta avanzata del ricatto papalino e confindustriale. L’UDEUR è stato tutto questo ma non solo. Strumento dei poteri forti, sicuramente, ma, soprattutto, formazione politica mononucleare, cioè “di proprietà” del leader, come molte altre dopo la fine delle grandi organizzazioni di massa, declinata, però, ecco la particolarità, nella grevità di una variabile localista e familista. Trovo assai grave, in queste ore, poter registrare una fastidiosa sovrapposizione tra le dichiarazioni di Mancino, e le cose dette da Mastella e da Berlusconi sul tema della giustizia, dei giudici e della magistratura. Ed altrettanto grave mi appare la scelta della compatibilità con l’UDEUR manifestata, contrariamente alle altre province campane, nelle istituzioni irpine. Che sia l’espressione di una compatibilità di sistema tra il metodo udeurrino e quello, pur sempre di derivazione democristiana, che in Irpinia è ancora nelle corde del teorema “popolari / margherita / Pd” nella gestione del governo e del consenso? Pasolini, in un articolo del 1974 sul Corriere della sera, diceva: “Io so”… Ed ancora oggi, su altri temi, torna la ricerca di una conciliabilità tra il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica, per quanto tempo ancora, mi domando, dovranno restare separate la verità politica dalla pratica politica?”