SOLOFRA – Ci sono indagini e la concreta speranza di un risultato significativo. Il prefetto di Avellino Rossana Riflesso ha cosi rassicurato circa l’attenzione che l’Ufficio Territoriale di Governo ha posto sugli ultimi episodi che hanno interessato la citta’ conciaria, ovvero gli incendi di vetture e una bomba carta. Non allarme ma attenzione, come per altri territori della provincia. “Non mi risulta che ci sia una situazione particolarmente grave, per quanto si siano verificati questi episodi. Tuttavia, fenomeni simili avvengono anche in altri comuni. Pensiamo, ad esempio, agli attacchi agli sportelli ATM, una notizia di cui certamente sarete a conoscenza. È chiaro, quindi, che sono in corso delle indagini. C’è una concreta speranza di arrivare presto a risultati significativi” questo il primo passaggio che il prefetto ha voluto rimarcare per rasserenare la comunita’. “Non si parla, però, di furti o rapine. No, ma di situazioni particolari, che comunque sono state affrontate all’interno del comitato. Ovviamente ogni episodio del genere viene analizzato con attenzione, ma non percepisco, né personalmente né in base a quanto emerge dal comitato, che ci siano situazioni particolarmente allarmanti”. Non per questo ovviamente non ci sono state iniziative: “Abbiamo già preso delle iniziative. Anzi, credo sia opportuno comunicare in modo più frequente i risultati dei lavori del comitato, e mi impegnerò a farlo con maggiore costanza. Ogni volta che si verifica un fenomeno che richiede attenzione, lo analizziamo in comitato, rafforziamo le attività di controllo sul territorio o su quel particolare tipo di reato, e predisponiamo interventi mirati”. Due fattori sono caratterizzanti e condizionanti sugli episodi criminali anche per la nostra provincia: la mancanza o la scarsa funzionalita’ della videosorveglianza e anche la criminalita’ che arriva dalle province limitrofe, se non anche da regioni vicine sottolinea il prefetto.”Questa provincia soffre per la mancanza di sistemi di videosorveglianza adeguati. Non si tratta di una colpa locale, ma di fattori esterni. Spesso, infatti, i sistemi di sorveglianza esistenti non sono attivi o funzionanti”.
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