Bologna – “Aveva i jeans. Non l’ho violentata”. E’ l’affermazione di L.M., il 35enne avellinese d’origine ma trapiantato a Bologna da alcuni anni, in difesa dello stato di fermo di polizia giudiziaria per le accuse di violenza sessuale, lesioni personali e atti osceni. “Non ho abbassato i pantaloni e gli slip della donna. Mi trovavo in Via Stalingrado quella notte per un semplice giro in macchina”. Ad attirare l’attenzione del 35enne sarebbe stata, secondo quanto dichiarato durante l’interrogatorio-confronto, la donna accovacciata tra gli arbusti. Si sarebbe avvicinato a lei perché temeva un malore, quindi sarebbe accorso per soccorrerla. Questo il tentativo di difesa durante il confronto con la sua vittima, una 33enne originaria della Calabria ma trasferita a Bologna per lavoro, alla presenza del Pubblico Ministero Walter Giovannini. Ma non si è fatta attendere la ‘smentita’ da parte della vittima, al cui fianco vi era anche una psicologa dell’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Bologna, “…ti sbagli avevo addosso pantaloni comodi, senza la cintura”: una precisazione comprovata visto che è stato confermato anche da alcuni testi. “Lei parla di jeans – ha osservato il Pm – perchè sono più difficili da togliere”. L.M. ha incassato il colpo: “Forse mi sbaglio”. Intanto, negli atti trasmessi al Giudice per le Indagini Preliminari Michele Guernelli, il Pubblico Ministero ha chiesto la custodia cautelare in carcere per il 35enne camionista in quanto a quasi una settimana di distanza dal tentativo di violenza la 33enne avrebbe ancora i segni evidenti dell’aggressione subita. Ma il capo d’imputazione si complica ancor di più o meglio si arricchisce di fotografie, definite dagli inquirenti ‘eloquenti’, che mostrano profonde lesioni al collo e alle braccia della donna. Il fatto, lo ricordiamo, sarebbe avvenuto nella notte tra venerdì e sabato nel Parco Nord di Bologna, a pochi passi dagli stand della Fiera dell’Unità. L’aggressore sarebbe stato incastrato grazie alla testimonianza di una persona che lo avrebbe notato mentre si dava alla fuga a bordo di una Fiat Punto nera, dopo una breve corsa a piedi. Ieri mattina poi avrebbe deciso di presentarsi, accompagnato dai suoi legali, Stefania Moretti e Lorenzo Muracchini del Foro di Modena, in Procura per fornire la propria verità sulla vicenda, ma la sua versione è stata definita dal Pm “…non accreditata e non è credibile in molti punti”. Intanto oggi L.M. comparirà dinanzi al Gip Michele Guernelli per l’udienza di convalida del fermo.
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