Bologna-Avellino, dall’illusione alla beffa: il fotoracconto del match del “Dall’Ara”

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L’Avellino scappa ma viene ripreso dal Bologna, poi il sussulto finale condito dalla traversa beffarda: tutte le emozioni negli scatti di Francesco Luciano.

L’Avellino non ce l’ha fatta a rimanere aggrappato al sogno. I lupi hanno lottato, cercando di ribaltare a più riprese lo 0-1 dell’andata, ma alla fine una manciata di centimetri è stata fatale ai biancoverdi. Al “Dall’Ara”, seppur con un brivido lunghissimo lungo la schiena, è stato il Bologna brindare per aver guadagnato il lasciapassare per la finale.

E’ stato spettacolo puro, in campo e sugli spalti dove la formazione di Massimo Rastelli ha creduto fino in fondo di poter espugnare Bologna con il doppio scarto necessario.

Pronti via ci ha pensato Marcello Trotta ad inaugurare il circo di gol ed emozioni con una prodezza delle sue: convivio biancoverde sulla corsia sinistra, Zito invita a nozze l’ex bomber del Fulham che impatta al volo e fa esplodere la torcida nel settore ospiti. Tanta grazia per l’Avellino dopo soli sette minuti di gioco.

Ammutoliti i 18mila tifosi rossoblu, sorpresi dall’avvio shock della propria squadra che però ci mette poco a riprendersi e a scacciare l’incubo eliminazione. Krsticic sale in cattedra sulla trequarti verticalizzando per Acquafresca, Bittante non chiude a dovere sull’attaccante rossoblu che ha lo spazio necessario per indirizzare il diagonale in scivolata sul palo lontano. Tutto da rifare per la squadra biancoverde.

Il Bologna sembra esser tornato nel pieno possesso della gara, ma proprio mentre ci si avvia verso il tunnel degli spogliatoi Trotta cala un altro asso dalla manica sinistra. Questa volta l’azione origina dalla destra, dal piede di Regoli, che vede il compagno di squadra spalle alla porta in area, la virata del bomber azzurrino fulmina il diretto marcatore e Da Costa che non può nulla sull’esecuzione del suo spauracchio di giornata. Lupi di nuovo avanti e ad un gol dalla qualificazione all’intervallo. L’Avellino ha un’intera ripresa per centrare un’impresa epica.

Il popolo irpino del “Dall’Ara” e quello lontano chilometri incollato ai televisori e alle radioline ci crede: si può fare. Rastelli e i suoi però non hanno fatto ancora i conti con il killer instinct di Daniele Cacia che irrompe sul match con il punto del 2-2. Fatale all’Avellino lo svarione di Frattali, il quale sbaglia il rinvio recapitandolo sul centravanti rossoblu, lesto ad insaccare dai 25 metri con la porta sguarnita. E’ una giostra impazzita, che non si ferma mai. L’Avellino mette di nuovo i piedi a terra ed il suo portiere, dopo due interventi prodigiosi nel primo tempo, si mangia le mani, anzi si morde i guanti. E’ l’alba della ripresa.

Al tramonto, però, l’Avellino mette per la terza volta la freccia e sorpassa l’avversario con un destro alla nitroglicerina di Moussa Kone, maestoso nell’esecuzione al volo, di prima intenzione dal limite dell’area. Il 3-2 biancoverde giunge a sei minuti dal 90′. L’inerzia torna di nuovo sulla sponda ospite, il Bologna ha paura e concede un’altra ghiotta opportunità ai rastelliani, guerrieri mai domani fino all’ultimo respiro. Comi spizza di testa per Castaldo, gettato nella mischia senza allenamenti nelle gambe ma con un cuore immenso; il numero 10 dei lupi stoppa di petto e calcia al volo proprio come a Latina, quando regalò il momentaneo 1-1. Questa volta però Da Costa si oppone con l’unghie che graffiano la sfera e la spediscono sulla traversa. I sogni di gloria dell’Avellino si spengono sul legno impietoso della porta rossoblu al terzo minuto di recupero.

Non c’è più tempo, non ci sono più le forze: l’Avellino le ha provate davvero tutte fino al 95′. Il Bologna ringrazia la trasversale e la Dea Bendata che lo ha baciato a pochi centimetri dallo sprofondo. L’Avellino esce sconfitto nella vittoria. Suona strano, ma è così. Lo rincuorano gli applausi dell’intero stadio e dei suoi encomiabili tifosi all’uscita dal campo. Lacrime su lacrime versate per la fine di un sogno tenuto in vita fino all’ultimo. Durano poco: in fondo all’animo prevale il senso di orgoglio di una squadra che incarna alla perfezione i valori della gente irpina.

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