BLOG/ Le grandi opere, la volta buona e il Nostradamus avellinese

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Marco Imbimbo – “Questa è la volta buona“. Chi non ricorda la campagna di comunicazione voluta dall’amministrazione Foti sulle grandi opere? Anni fa,partì l’annuncio di speranza davanti a ogni cantieri, dove vennero affissi manifesti 70×100 recanti l’elenco delle grandi opere di Avellino, tra i cantieri eterni e quelli che portavano la firma dell’amministrazione Foti.

Tunnel, Bonatti, Piazza Castello, ma anche Corso Europa e piazza Libertà. L’ottimismo dell’amministrazione era ai massimi storici. “Ce la faremo“, ripetevano in continuazione, salvo poi aggiustare il tiro pochi mesi dopo: “Ce la faremo per quanto riguarda le opere nostre, quelle che provengono dal passato, boh, chi lo sa. Speriamo”. Insomma, meglio mettere subito le mani avanti. Anche perchè i cantieri avviati dall’amministrazione Foti era abbastanza semplici, roba di poco conto. Non da un punto di vista economico, ma proprio per la realizzazione. Mentre per il resto (tipo Bonatti e Tunnel), l’ottimismo venne subito meno lasciando il posto a un “ma chi ce l’ha fatto fare di mettere quei manifesti?”, avranno sicuramente pensato tra di loro.

La città, però, un giorno si svegliò con un messaggio chiaro. Una frase a cui, in fondo, avranno pensato un po’ tutti, compreso i nostri ex amministratori. Una notte di maggio 2015, infatti, un analista avellinese aveva deciso di lasciare il proprio manifesto accanto al cantiere di piazza Libertà. Frutto di una riflessione approfondita, tecnica. “Se, se… i capocchie” annunciò il nostro concittadino, un mix tra Nostradamus e Pasquino, che la vedeva in maniera eloquente sulle grandi opere. Una preveggenza che, ad oggi, possiamo dire vera. Tutto si è avverato, o quasi.

Tunnel, Bonatti, Piazza Castello. Non è stata la volta buona, ma si sono avverate “i capocchie” come aveva annunciato il Nostradamus avellinese. Certo, bisogna dare atto che, nel caso di altre opere è stata veramente la volta buona. Piazza Libertà è stata rifatta, Corso Europa messo a nuovo. Completata anche piazza Duomo. Ma in fondo parliamo di opere secondarie rispetto alle altre tre. Nel caso di piazza Libertà, a dispetto dei 5 milioni di euro di valore dell’opera, si è trattato, stringendo stringendo, di posizionare “quattro pietre” come pavimentazione. Nulla di più, nulla di meno. Oltre a fare un’aiuola con un prato all’inglese che poi ha dovuto abbellire il Vescovo di Avellino. Meno male.

Corso Europa è stato un cantiere importante perchè è stato rifatto il sistema fognario dell’intera zona. Peccato che l’asfalto nuovo abbia cominciato a cedere subito. Oggi si presenta pieno di buche, con avvallamenti e quasi tutti i tombini sfalsati rispetto alla strada (e meno male che avevano rifatto il sistema fognario…). Nel caso di Piazza Duomo, diciamocelo, era rimasto poco da fare. Si doveva solo sbloccare l’impasse con la ditta. Oggi Piazza Duomo è stata rimessa a nuovo, ma è abbandonata. Sai la novità.

E i cantieri eterni? La vera sfida era quella. Facile rifare la pavimentazione a Piazza Libertà, lì siamo buoni tutti. Parafrasando i meme che girano su fb: “Piazza Libertà is for boys. Bonatti is for men“. La storica arteria, oggi, è aperta solo a metà. Il secondo tratto resta chiuso “ma completato” come ripetono da mesi a Piazza del Popolo. Perchè non apre allora? Boh.

E poi c’è Piazza Castello. O meglio non c’è. Chiusa era nel 2013 e chiusa è oggi. Va dato atto, però, che è stato fatto l’intervento nel sottosuolo volto a mettere in sicurezza il terreno e le falde acquifere dalla mini discarica scoperta. Quella che aveva fatto bloccare i lavori nel 2012. L’intervento avrebbe garantito il dissequestro dell’area da parte della Procura e quindi la ripresa dei lavori. Nell’anno Domini 2018 l’area è ancora sotto sequestro. Non voglio pensar male, voglio essere ottimista, ma devo sforzarmi molto per riuscirci. Speriamo bene.

In ultimo, ma non per importanza, anzi è l’esatto opposto, c’è il Tunnel. “Questa è la volta buona” recitava il cartello con la scritta “Tunnel” in bella evidenza.  Eh. La “volta” era talmente buona che hanno chiuso anche il ponte della Ferriera senza riaprirlo.

Insomma quella frase “questa è la volta buona” la possiamo già archiviare come portasfiga e va di diritto a fare compagnia al “Enrico stai sereno” di renziana memoria e al “non succede, ma se succede..” che usò Marcello Lippi ai mondiali del 2010. I cantieri eterni non sono stati completati. Enrico Letta sappiamo che fine abbia fatto e la Nazionale tornò con le ossa rotte dal Sudafrica.

L’amministrazione Ciampi  eredita le grandi opere decennali di Avellino, a lei fa un grosso “in bocca al lupo”, ma anche il consiglio ad evitare frasi di buon auspicio. Portano sfiga.

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