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Blockchain, la tecnologia dietro a Bitcoin e criptovalute

Negli ultimi mesi abbiamo sentito spesso parlare di Bitcoin e di blockchain. Se le informazioni intorno alla criptovaluta sono abbastanza note al grande pubblico così non è per la tecnologia che ne ha permesso la nascita. Creata da Satoshi Nakamoto, lo stesso inventore di Bitcoin, la blockchain è una nuova tecnologia che permette di certificare qualsiasi transazione online in maniera indipendente. Ma come funziona? E quali sono e saranno le possibili applicazioni?

La blockchain è nota soprattutto in due campi: in quello dei Bitcoin – le monete virtuali che permettono scambi sicuri, anonimi e senza l’intervento di autorità centrali – e negli smart contracts, contratti in cui lo scopo è rendere auto-esecutivo l’accordo tra i contraenti (l’ambito di lavoro di imprese hi-tech come Ethereum).

L’economia moderna, almeno fino all’avvento di internet, si è basata su tre capisaldi fondamentali: i contratti, le transazioni e le relative registrazioni. Con le nuove tecnologie digitali queste basi vengono messe in discussione, così come il ruolo degli apparati economici e burocratici. E qui entra in gioco la tecnologia Blockchain come primo passo verso il futuro. Un futuro dove contratti e transazioni sono creati e conservati in database pubblici e condivisi e dove sono protetti da modifiche e tentativi di alterazione a posteriori.

Ma come può la blockchain garantire questi standard di sicurezza? Il segreto sta nel funzionamento stesso della tecnologia. Il registro di blockchain è aperto e distribuito e permette a chiunque voglia diventare un “nodo” della catena di essere scaricato sul proprio computer e di essere consultato liberamente. Un meccanismo che fa sì che il database non venga controllato da una sola istituzione, ma da tutti coloro che hanno deciso di diventare nodi e che hanno il compito di approvare ogni aggiornamento della banca dati.

Una volta approvate, le modifiche diventano un nuovo blocco della catena collegato al precedente con le informazioni contenute al suo interno che diventano immodificabili (a meno che non venga decisa una modifica dal 51% del potere di calcolo dell’intera catena).

Una struttura a blocchi e con database crittografati e pubblicamente accessibili che garantisce livelli di sicurezza superiori ai metodi di archiviazione presenti in rete. Ma sopratutto un meccanismo che può essere applicato a qualsiasi tipo di transazione e non solo al mondo delle criptovalute.

Tra le possibili applicazioni rientra la gestione delle catene di distribuzione. Un esempio pratico? Ogni volta che un prodotto cambia proprietario, passando dal produttore al distributore o da questo al rivenditore, la transazione viene registrata all’interno della catena, eliminando le possibilità di errori umani e riducendo i costi di gestione. Più sicurezza nelle transazioni anche nel settore del gaming online dove il nuovo meccanismo diminuisce i rischi per i dati personali degli utenti e per i loro portafogli informatici. È proprio grazie alla trasparenza garantita dalla blockchain che sono nate piattaforme di gioco come CoinPoker. Piattaforme in cui gli appassionati di gioco possono divertirsi in tutta tranquillità senza temere per i propri risparmi e per i propri account.

Interessanti le potenzialità per la sicurezza dei sistemi bancari e per le possibili applicazioni nel mondo della musica online. Nel primo campo la blockchain ha già iniziato a essere applicata. Alcune valutazioni sottolineano come l’affidamento della registrazione e della verifica dei contratti alla nuova tecnologia potrebbe permettere ingenti risparmi e standard di sicurezza più elevati rispetto ai metodi tradizionali.

Nel mondo della musica porterebbe a condizioni più eque per lo streaming online di contenuti audio e video. Uno sviluppo auspicabile per etichette musicali e artisti indipendenti che vedrebbero calare il fenomeno del file sharing e avrebbero la possibilità di ricevere pagamenti diretti e senza intermediari.

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