Ciao ciao alla macchinetta del badge, lo sdegno del web irpino: “Vergogna”

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Centinaia di commenti hanno accompagnato gli aggiornamenti sullo scandalo furbetti del cartellino all’Asl di Avellino. Centinaia di ore rubate indebitamente e conteggiate negli stipendi di dirigenti e funzionari, un intero sistema fatto di omertà e coordinazione, i protagonisti, ignari di essere registrati dalla telecamere nascoste installate dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta “Badge malati”, hanno rivolto anche gesti irriverenti alla macchina badgiatrice, come a dire “me ne frego”.

L’ennesimo scandalo è stato ripreso da tutte le testate nazionali, un risveglio amaro da parte di tutti i dipendenti della struttura di via degli Imbimbo, a cui sono seguite le conferenze stampa di rito con le dichiarazioni del procuratore Rosario Cantelmo, del questore Maurizio Ficarra e i relativi plausi alla Squadra Mobile di Marcello Castello per aver condotto brillantemente a termine un’operazione partita nel 2015.

La mattinata, come detto, è iniziata molto presto al grido, che è quasi una eco di “vergogna” e “rabbia” rivolta a questi fannulloni. L’offesa maggiore è ovviamente rivolta ai disoccupati, gente senza lavoro e qualificata, che deve assistere a questo scempio sprezzante verso chi il lavoro – non si sa grazie a chi – ce l’ha eccome.

La situazione al momento è in divenire, non sono ancora stati resi noti i nomi dei 21 assenti ingiustificati (trattasi di sette medici di primo ordine), al momento sono tutti sotto misure cautelari e il commissario straordinario dell’Asl di Avellino Mario Ferrante ha tuonato con fermezza: “Pratiche di licenziamento avviate”.

asl-avellino-furbettoPer il procuratore aggiunto D’Onofrio il numero di persone coinvolte rischia di essere doppio, per quattro persone sono stati disposti gli arresti domiciliari.

“Il licenziamento è il minimo, ma qui si parla anche di truffa allo Stato, che restituiscano lo stipendio”, commenta il web.

“Spero si continui ad indagare, c’è ancora altro da scoprire”, gli avellinesi ne sono convinti.

Il problema è proprio questo, di uffici e situazioni analoghe quante ce ne sono ancora da portare alla luce in città e in provincia, l’assenteismo sul posto di lavoro sta diventando il leitmotiv della penisola, con Avellino che si collega ai massimi scandali nazionali come quello di Sanremo. Il problema vale particolarmente per le aziende pubbliche dove a pagare gli stipendi è lo Stato e quindi i cittadini ma anche gli enti privati.

Di scene alla “Ciao ciao alla macchinetta” siamo stufi, il danno erariale deve essere quanto prima quantificato e bisogna comprendere che chi ha un posto nella pubblica amministrazione deve salvaguardarlo e comportarsi con lealtà e correttezza, così come pure riferito stamane da Cantelmo e Ficarra. L’operazione della polizia anti-assenteismo dovrà avere un seguito anche sul piano amministrativo.

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