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Bimonte (Primavera Irpinia): “Biodigestore, ultimo esempio di una politica economica miope”

Sabato mattina Primavera Irpinia prenderà parte alla manifestazione per dire “no” all’impianto di trattamento dei rifiuti a Chianche. “Il biodigestore è solo l’ultimo esempio di ciò che negli anni la nostra verde Irpinia ha dovuto subire in nome di uno scellerato sviluppo, per giunta mai realizzato, e di una mera sostenibilità ambientale”, denuncia Massimo Bimonte, dirigente di Primavera Irpinia.

“A ben vedere il problema non sta nel sì oppure nel no, ma nella totale mancanza di programmazione per la valorizzazione del territorio, frutto di una politica economica a dir poco miope – prosegue Bimonte. Tante, oramai, sono le cattedrali nel deserto della nostra provincia, risultato di dinamiche strettamente speculative e non si capisce che il territorio può rappresentare un volano di crescita. Cose del genere non accadrebbero mai nella zona
del parmigiano reggiano, nel territorio delle mele trentine oppure nella località delle nocciole piemontesi, semplicemente perché a nessuno, in regione oppure in provincia, verrebbe mai l’idea di devastare un territorio che produce ricchezza e sviluppo, invece, nel mezzogiorno tutto è possibile”.

“Pertanto – prosegue Bimonte – costruire un impianto per il trattamento dei rifiuti, in un luogo logisticamente inidoneo e che è anche il cuore della docg del greco di Tufo, è del tutto normale e passa pure inosservato”.

“Non siamo contro il biodigestore – precisa Bimonte – d’altronde, i rifiuti, se si producono devono essere anche smaltiti, ma semplicemente consideriamo infelice la scelta del sito per la sua realizzazione. Quello che mi stupisce è che la politica e le istituzioni non si rendano conto che lo sviluppo economico nella nostra regione, ma in Italia in generale, è affidato a tanti piccoli distretti in cui si sviluppano eccellenze, frutto di tradizione e creatività, ma tutte queste micro economie devono essere interconnesse tra di loro, solo così si attiva un moltiplicatore virtuoso di ricchezza e lavoro”.

“Invece, accade tutto il contrario, le eccellenze sono isolate e la loro crescita è lasciata al caso oppure alla buona volontà di qualche imprenditore eroe – spiega Bimonte. Non si tiene conto delle forti interconnessioni tra le imprese ed i territori di appartenenza, pertanto, una scelta errata comporta conseguenze nefaste anche nelle zone immediatamente limitrofe ed al sistema paese”.

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