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Bilancio positivo per il Museo Civico di Villa Amendola

Bilancio positivo per questo 2019 che volge al termine, e che segna il sesto anno di vita
del Museo Civico di Avellino, che ha accolto, dal mese di Gennaio al mese di Dicembre,
nelle sue sale allestite nella settecentesca Villa Amendola, e che raccontano la storia del
Capoluogo Irpino dai tempi dei Caracciolo a tutto il ‘900, un considerevole numero di
visitatori, che sono costituiti nel 70% dei casi, così come si evince dai registri dei visitatori,
da scolaresche avellinesi e non, che hanno scelto il giovane Polo Museale di Villa
Amendola per approfondire le loro conoscenze sulla storia della città e del territorio,
riconoscendo al piccolo museo avellinese il ruolo di punto di riferimento e catalizzatore
dell’identità locale.
Variegata in questo 2019, come del resto lo è stata anche negli anni precedenti, l’attività
del Museo che, oltre ad offrire la quotidiana accoglienza dei visitatori, assicurata dal suo
Curatore, lo Storico dell’Arte Alberto Iandoli, ha nel corso di quest’anno, che volge al
termine, offerto l’opportunità ai tanti che hanno visitato l’esposizione permanente di via
Due Principati 202, di prendere parte al ricco calendario di eventi curato dal personale del
Museo, affiancato, di volta in volta da alcune tra le principali associazioni culturali presenti
e operanti in città.
E come negli anni scorsi, per tracciare un bilancio sugli ultimi dodici mesi di attività del
Museo di Villa Amendola, la parola va al suo Curatore e animatore, lo Storico dell’Arte
Alberto Iandoli : “Ogni anno, ormai da qualche anno a questa parte in qualità di Curatore
del Museo Civico – ha commentato Alberto Iandoli – ho preso l’abitudine di fare una sorta
di pubblico riassunto, o meglio ancora, un pubblico bilancio sull’attività del Museo, ebbene,
con gioia mi sento di affermare che anche questo anno 2019, che tra una manciata di ore
ci lasceremo alle spalle, è stato un anno buono per il nostro piccolo Museo. E’ stato l’anno
in cui abbiamo registrato infatti il più alto numero di visitatori, e ciò ci dice che Villa

Amendola sta rispondendo bene, in maniera esponenziale a quelli che erano i nostri
desiderata, quando ormai circa sei anni fa, e per l’esattezza il 10 Gennaio del 2014 con
l’allora Assessore alla Cultura, il prof. Nunzio Cignarella, tagliammo il nastro inaugurale del
Museo. Rispetto al primo allestimento museale, quello dell’inaugurazione del 2014, molte
cose sono cambiate, nel senso che nel corso di questi sei anni, ogni anno le cinque ampie
sale comunicanti e dialoganti tra loro del Museo si sono arricchite di molte altre
significative testimonianze di storia della nostra città. E anche il 2019, sotto questo punto
di vista è stato un anno buono per il nostro Museo – ha aggiunto Alberto Iandoli – è stato
l’anno infatti in cui il Sindaco Gianluca Festa, che detiene anche la delega Assessoriale
alla Cultura, ha accolto con entusiasmo la mia richiesta, avallata dal Dirigente del Settore
Cultura, il dott. Gianluigi Marotta, e ha proposto alla Giunta Comunale, che ha dato il suo
assenso, affinché si trasferissero a Villa Amendola, arricchendo in questo modo
notevolmente il Museo, delle pregevoli opere d’arte, particolarmente significative per la
storia della nostra città, custodite da sempre nella stanza del Sindaco a Palazzo di Città, e
con ciò mi riferisco alle due opere del pittore avellinese dell’800 Cesare Uva intitolate
“Ritorno da Montevergine e “La Tempesta”, e al ritratto coevo dell’illustre Irpino Pasquale
Stanislao Mancini, che da deputato al Parlamento del Regno d’Itala contribuì non poco
affinché la nostra Avellino fosse nel 1888 tra le prime città d’Italia ad avere l’illuminazione
elettrica. Queste significative testimonianze di storia nostra sono andate ad arricchire la
Sezione del Museo denominata “Avellino nello Stato Unitario”, mentre invece – ha
continuato Alberto Iandoli – un grande ritratto a figura intera della N.D. Giovanna Longo,
moglie di S.E. Tullio Tamburini, Prefetto di Avellino dal 1936 al 1939, sempre proveniente
dalla stanza del Sindaco, e dipinto nel 1937 da un allora giovanissimo, appena
diciannovenne, Alfonso Grassi, ha trovato in questo 2019 permanente collocazione a
Villa Amendola nella “Sala del ‘900 ad Avellino”. Anche in questo caso si tratta di una
significativa testimonianza di storia avellinese. Donna Giovanna Longo era infatti, come
dicevo pocanzi, moglie del Prefetto Tullio Tamburini, che nei tre anni di permanenza ad
Avellino ha lasciato significative tracce della sua presenza in città. Al Prefetto Tamburini
infatti si deve – ha continuato Alberto Iandoli – l’Ospedale di via Pennini, quello di Viale
Italia, la costruzione della Caserma Berardi, degli edifici del Liceo Scientifico e della
Ragioneria, e ancora la nascita del Consorzio Idrico dell’Alto Calore. La coppia Tamburini
– Longo – ha ricordato ancora Alberto Iandoli – era molto unita, e la signora Giovanna,
donna particolarmente religiosa e dedita ad opere caritatevoli, era la prima e più ascoltata
consigliera del marito. Da qui il soprannome datole dagli avellinesi del tempo, ovvero “La
Prefettessa”. Sempre nel 2019, che volge al termine – ha continuato Alberto Iandoli – il
nostro Museo Civico ha arricchito il suo patrimonio con l’esposizione del “Trofeo Principe
di Piemonte”, una pregevole scultura in bronzo, realizzata con la tecnica “a cera persa”,
raffigurante una figura di donna alata, donata da Umberto di Savoia, ultimo re d’Italia alla
città di Avellino quale attestato di gradimento per l’annuale Circuito Automobilistico
dedicato all’esponente di Casa Savoia, che si svolse ad Avellino dal 1928 al 1934. Anche
in questo caso il prezioso cimelio di storia avellinese è andato ad arricchire l’esposizione

permanente della Sala del Museo denominata “Il ‘900 ad Avellino”, ed ora fa bella mostra
di se accanto alle foto e ai manifesti d’epoca riferiti al “Circuito Principe di Piemonte”, già
patrimonio del Museo”.
Il 2019 non ha rappresentato per Villa Amendola, e per il Museo Civico che nei suoi spazi
è ospitato, solo l’anno in cui, come ha ricordato lo Storico dell’Arte Alberto Iandoli , il
Museo avellinese si è arricchito di preziosi nuovi reperti, ma è stato infatti anche l’anno
in cui è stato riconsegnato alla città, dopo un intervento di messa in sicurezza delle piante,
una revisione dell’impianto di illuminazione, e il rifacimento della scala di accesso, il
prezioso “Orto Botanico”, che conta più di trecento specie arboree rare. “Per la riapertura
ufficiale dei giardini di Villa Amendola – ha ricordato a riguardo il Curatore del Museo
Alberto Iandoli – nell’ambito della programmazione estiva è stata allestita, all’interno dei
giardini una importante mostra dal titolo “Niente è più reale del nulla”, promossa dalla
Comunità Montana del Parco dei Monti Picentini , e che ha concentrato l’attenzione dei
numerosi visitatori sui temi della magia e della superstizione, con particolare riferimento ad
aspetti demoetnoantropologici legati alla città di Avellino e alla sua provincia.
Non è mancato – ha ricordato ancora Alberto Iandoli – anche nel 2019, così come negli
anni precedenti, l’apporto al Museo di professionalità del territorio come gli storici Armando
Montefusco e Geppino Del Sorbo, che hanno proposto, incontri a tema, ospitati nella Sala
Conferenze del Museo, in cui sono stati proiettati documentari, curati dagli stessi
Montefusco e Del Sorbo con la collaborazione di Roberta Giordano, che hanno avuto
quale focus “L’Avellino del ‘600 e i Caracciolo” e “L’Irpinia nel Risorgimento Italiano : volti e
luoghi della nostra storia”.
Ma il 2019, che stiamo per salutare – ha aggiunto ancora Alberto Iandoli – è stato anche
l’anno in cui l’Esecutivo di Palazzo di Città, su proposta del Sindaco Gianluca Festa, ha
deciso di candidare il Polo Museale di Villa Amendola a Museo di interesse regionale. A tal
proposito l’Amministrazione Comunale, dopo aver ottenuto il necessario “Nulla Osta” da
parte della Soprintendenza Archeologica, delle Belle Arti e del Paesaggio di Salerno ed
Avellino, e a tal proposito – ha proseguito Alberto Iandoli – sento il dovere di ringraziare
per la fattiva collaborazione il Soprintendente, la dott.ssa Francesca Casule e il
Funzionario Responsabile di zona, la dott.ssa Paola Apuzza, gli Uffici Comunali del
Settore Cultura, diretti dal Dirigente dott. Gianluigi Marotta, sotto il suo coordinamento
hanno potuto predisporre tutti gli atti occorrenti e necessari per candidare, ai sensi della
Legge Regionale n. 12 del 2005, il Museo Civico di Villa Amendola a Museo di interesse
regionale. Tengo a precisare – ha aggiunto il Curatore del Museo Civico di Avellino
Alberto Iandoli – che il “Nulla Osta” a candidare il nostro Museo Civico di Villa Amendola a
Museo di interesse regionale, concesso della Soprintendenza, Ufficio territoriale
competente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è di per sé un traguardo, o se si

preferisce, un importante riconoscimento, che va a premiare il lavoro svolto non solo in
questi primi sei anni di vita del nostro Museo, ma anche in tutta quella fase propedeutica
all’istituzione del Museo, principiata circa due anni prima il taglio del nastro inaugurale del
Museo, e che vide nell’allora Assessore alla Cultura, il dott. Sergio Barbaro, il primo
convinto assertore che quanto il sottoscritto aveva proposto, l’istituzione appunto ad
Avellino di un Museo Civico, era cosa buona e giusta per la nostra città, e doveroso
omaggio alla sua storia ”.
Un anno positivo dunque il 2019 per il Museo Civico di Villa Amendola, che assurge
sempre più a punto di riferimento per la comunità avellinese, della quale custodisce la
storia e l’identità.

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