Benevento, 8 arresti: “Tangenti per favorire alcuni candidati ai concorsi per entrare nelle forze dell’ordine”

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Avrebbero intascato tangenti per alterare l’esito dei concorsi pubblici, favorendo alcuni candidati nell’accesso al corpo nazionale dei vigili del Fuoco, alla polizia di Stato, all’arma dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza. Per questo è scattata all’alba di questa mattina a Benevento l’operazione “Par Condicio” che ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari nei confronti di altrettanti pubblici ufficiali, tra cui un vice prefetto, dirigente del dipartimento dei vigili del Fuoco al ministero dell’Interno, tra i principali indagati.

L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento e condotta dai militari della Guardia di Finanza, 250 in tutto. Il funzionario 65nne di Roma è stato arrestato insieme con altri due funzionari del corpo, entrambi di Benevento. Nei loro confronti il gip del tribunale sannita ha disposto la custodia cautelare in carcere. Ai domiciliari si trovano un maresciallo della guardia di finanza in servizio a Roma presso il comando generale ed un carabiniere, sempre in servizio nella capitale. Entrambi di Benevento. Sono stati invece sospesi per un anno dall’esercizio delle funzioni di vigile del fuoco e agente di polizia un 56enne di Treviso e un 45enne di Benevento. Per l’intermediario, un 66enne di Apollosa, in provincia di Benevento, è stato disposto l’obbligo di dimora.

Sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. In particolare, sono una cinquantina gli episodi corruttivi contestati.

Predisposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di somme di denaro pari a complessivi 370 mila euro circa, ritenuti il prezzo dei reati finora accertati, di cui 220mila riferibili all’attività dell’associazione per delinquere in provvisoria contestazione e oltre 150mila euro conseguiti dai vari indagati in concorso tra loro. Oltre 50 perquisizioni su tutto il territorio nazionale. Nel procedimento risultano indagate 118 persone tra cui anche altri pubblici ufficiali.

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