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Bellizzi, lo sfogo degli agenti a telefono: “Mai convocati per le aggressioni ai nostri danni”

AVELLINO – Il pestaggio in carcere a Bellizzi Irpino consegna anche uno spaccato inquietante del “mondo” carcerario. Nello sfogo captato dalle intercettazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, che per alcune settimane hanno ascoltato sia a telefono che in ambientale i tre agenti indagati. Non ci sono pero’ solo le frasi che li hanno fatto gravemente indiziare di aver agevolato la spedizione punitiva tra quelle finite nelle circa quaranta pagine di ordinanza. Ma anche lo sfogo per la gestione del Reparto e del carcere. A partire da un dato. Il fatto che per la presunta aggressione (documentata da telefonate e video della sorveglianza) era stata richiesta una relazione, ma per le aggressioni subite dagli stessi agenti da parte dei detenuti non c’era stato lo stesso trattamento. I superiori non li avevano mai convocati. In particolare uno degli agenti sarebbe stato aggredito insieme ad un collega e ad un’infermiera da un detenuto, che continuava pero’ a restare nel Reparto di Isolamento senza essere trasferito. E che lo stesso detenuto era stato incrociato dall’agente al rientro dalla mensa, mentre tornava dal colloquio con un ispettore e che per poco non veniva nuovamente aggredito. Uno dei tre indagati avrebbe anche manifestato la volonta’ di cambiare reparto per sentirsi piu’ sereno, visto che non si sentiva tutelato dai suoi superiori. E veniva anche ricordato come sarebbe stato necessario evitare il trasferimento del detenuto pestato, visto che gia’ aveva avuto uno scontro con un altro detenuto calabrese e che si sapeva come avrebbe preso gli schiaffi una volta giunto al secondo piano. Cosa avvenuta il 9 marzo scorso. Un ambiente non certo tranquillo e condizioni che non rendono meno grave quanto e’ avvenuto ai danni del detenuto con la complicita’ degli agenti, ma aprono un altro inquietante spaccato sul mondo carcerario, che aggrava di piu’ la situzione anche per il penitenziario irpino.

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