Bcc Irpina, domenica l’assemblea dei soci: si decide il futuro della banca

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Sono giorni decisivi per la Bcc Irpina, istituto di credito – commissariato da due anni – nato da un processo di accorpamento cominciato nei primi anni 2000 quando la Bcc di Venticano incorporò quella di Volturara per poi fondersi con quella di Montemiletto.

Domenica 10 gennaio è prevista infatti l’assemblea straordinaria dei soci della Bcc Irpina per approvare il piano di messa in liquidazione, primo passo di un iter che dovrebbe completarsi nel giro di sei mesi con la cessione definitiva alla Bcc di Flumeri.

Si punta ad evitare il rischio-risoluzione pre bail-in.

Lo strada che si vorrebbe seguire è quella già utilizzata per il salvataggio della Banca Padovana di Credito Cooperativo (commissariata dalla primavera del 2014), con la previsione dello scorporo della parte malata dell’istituto irpino che verrà assorbita dal Fondo di garanzia istituzionale delle Bcc, mentre attività e passività liberate dal fardello delle sofferenze verranno acquisite dalla Bcc di Flumeri. Un salvataggio tutto interno al sistema del credito cooperativo che – nel caso della Padovana – ha già avuto il via libera da parte delle Autorità.

Alessandro Ruggeri, commissario dell’Istituto di credito inviato da Bankitalia, ha avuto il difficile compito di salvare il salvabile contenendo costi di fitti, utenze e personale. Una strada irta di ostacoli che oggi, a distanza di tempo, potrebbe far tirare un sospiro di sollievo ai 4mila soci, correntisti e dipendenti. L’accordo per i dipendenti è stato già raggiunto con i sindacati: dei 68 addetti ne resteranno 53 perché i restanti 15 saranno redistribuiti tra le 19 Bcc campane. I dipendenti si sono regolati: la riduzione di un livello contrattuale e la diminuzione del reddito annuo lordo secondo la formula “chi guadagna di più paga di più”, compresa tra il 10% e il 35%.

Intanto, stamane, si registrano le dichiarazioni del noto imprenditore irpino Umberto Petitto, tra i soci fondatori della Bcc, che – stigmatizzando l’operato della gestione commissariale – ha rilanciato l’ipotesi di un confronto con il territorio per evitare la cosiddetta ‘svendita’ della banca.

Umberto Petitto
Umberto Petitto

Raggiunto telefonicamente, Petitto ha riferito: “Ci sono imprenditori pronti a rilevare le sorti dell’Istituto di credito – ha spiegato –. Ad esempio, tempo fa ho parlato, tra i vari, anche con Angelo D’Agostino che si è detto pronto a costituire una società fiduciaria e a definire in tempi stretti una proposta d’acquisto”.

Esclusa la presenza e l’interessamento dell’ad di Hs Company, Michele Gubitosa, pur chiamato in causa nell’edizione odierna de Il Mattino.

Petitto ha precisato che con lo stesso imprenditore di Montemiletto non c’è mai stato alcun incontro o trattativa e che il suo nome è stato tirato in ballo al fine di auspicare un ingresso di Gubitosa nella cordata salva Bcc Irpina.

“Parliamo di un imprenditore di secondo piano rispetto a me e D’Agostino ma l’invito resta aperto a tutti gli operatori economici del territorio interessati alla sfida. E’ impensabile – ha concluso poi Petitto – che la banca venga svenduta per soli due milioni di euro”.

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