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Basket – Stop all’improvvisazione, al via la programmazione

Messa da parte l’amarezza per la partita persa con Biella adesso tifosi e società pensano a festeggiare. Giovedì sera dinanzi allo spiazzale del Del Mauro, giocatori, tecnici e dirigenti saranno festeggiati dai supporters biancoverdi. Sarà senza dubbio un momento di festa, privo di tensione e di polemiche. Adesso si è in pausa e durante queste settimane, mentre il campionato continua con l’obiettivo di incoronare la sua regina, dirigenti e staff tecnico faranno le proprie valutazioni. Guarderanno con calma a quello che è stato fatto in questo campionato. Valuteranno le scelte fatte nel corso della stagione, cercando di capire cos’è stato sbagliato e cosa è stato fatto bene. La costanza negli allenamenti, la capacità di superare le difficoltà, la bravura nel dare fiducia completa allo staff tecnico nei momenti di difficoltà e l’abilità dell’allenatore nel tenere unito il gruppo, sono senza dubbio elementi positivi. Si è stati bravi nello scoprire Curry, avendo la pazienza di aspettarlo e aver ridato visibilità a Radulovic. Gli elementi negativi non sono tantissimi, più che altro è stata la sfortuna a danneggiare Avellino. Gli errori forse sono stati fatti all’inizio, nel momento in cui è stata costruita la squadra che doveva essere allenata da Gresta e poi successivamente è stata affidata ad un altro allenatore, che forse si è ritrovato giocatori che non gradiva. Oggi siamo a maggio, sicuri di disputare un’altra stagione nel massimo campionato di basket, ragion per cui è possibile cominciare a fare una programmazione per tempo. Prima di tutto l’A.IR., come azienda, deve dare garanzie sul futuro e far capire se vuole rimanere o vuole farsi da parte, come ha manifestato a fine partita. La cosa migliore da fare, lo ha detto lo stesso Sanfilippo, sarebbe quella di avvicinare qualche altro sponsor. Oltre alla Pasta Baronia di De Matteis, che quest’anno ha dato un ottimo contributo come secondo sponsor, ci vorrebbe qualche altro innesto. Un De Vizia ad esempio, che spesso ha manifestato l’idea di rientrare, senza mai farla diventare intera. Insomma, un pool di imprenditori sarebbe l’ideale per permettere alla Scandone di raggiungere più importanti traguardi. Altre realtà di provincia come Teramo o Montegranaro, vanno avanti non solo per la presenza di solide società, ma anche perché hanno alle spalle un nucleo di imprenditori che permette di puntare a grandi traguardi. Anche qui dovrebbe essere la stessa cosa, ma per un motivo o per un altro non avviene. La Scandone per un puro colpo di fortuna, per la bravura di dirigenti e giocatori si è ritrovata in A. In sette anni non si è stati capaci di porre le basi per fare una programmazione seria, che partisse dal settore giovanile, arrivando fino alla prima squadra. Non si è stati capaci a livello provinciale di esportare il prodotto pallacanestro. Ciò è dimostrato dal fatto che al Palazzetto la domenica sono presenti, ad eccezione dell’ultima gara, le solite 2000 unità. Così come non si è mai avuta la capacità di realizzare una politica di marketing, che fosse fonte di entrate per la società. Se ad esempio quest’anno fosse stata messa in vendita la canotta di Curry o quella di Radulovic siamo convinti che in molti l’avrebbero comprata. Oggi il sodalizio di via Serafino Soldi ha il tempo di trovare nuove partecipazioni, ed in molti si attendono un progetto serio e proiettato verso il futuro.(di Giovanni La Rosa)

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