Chi sembra nettamente più forte di tutti contro il cuore e la grinta dei lupi: sette mesi dopo è di nuovo finale tra Milano ed Avellino. Il Mediolanum di Assago come scenario, la Supercoppa italiana come palio e come desiderio, da parte di entrambe le squadre, quello di portare a casa un trofeo mai alzato neanche nel periodo d’oro della stessa EA7, e che per i lupi irpini sarebbe il primo dell’era De Cesare.
Neanche poi tanto a sorpresa la Sidigas Avellino, grazie alla prodezza di Joe Ragland sulla sirena, si è regalata la dolce vendetta contro Reggio Emilia e, non meno importante, il diritto di schierarsi sul parquet al cospetto delle scarpette rosse a contendergli l’ambita coppa.
L’INIZIO – Milano apre subito con un break di 7 a 0 targato Simon-Dragic. Avellino, ben conscia dell’impresa a cui è chiamata, ci mette un po’ a carburare ma quando lo fa Obasohan si iscrive subito al referto e Ragland continua con la stessa vena realizzativa di un giorno fa. Il primo parziale si chiude con la tripla di Simon e con un +4 che permette agli avellinesi di restare in partita. E’ dal secondo periodo che Milano inizia a prendere le distanze: Ragland è l’unico ad opporsi allo strapotere dei rossi, la guardia americana riesce a ridurre parzialmente la distanza con la formazione meneghina, che in alcuni momenti registra il +10 grazie a Sanders (infallibile in lunetta) e Gentile. Sacripanti chiama time-out e introduce il convalescente Fesenko che in realtà non aiuta il proprio roster, commettendo diversi errori tra cui un fallo che costa il 2/2 sui liberi a Hickman. 21 punti per i padroni di casa sui 15 degli irpini all’intervallo lungo.
SIMON IMPLACABILE – Si ritorna sul parquet con due triple di Randolph e Leunen, ma quando quest’ultimo è costretto all’antisportivo su capitan Cinciarini, il vantaggio delle scarpette rosse lievita a più quindici (39-54). Krunoslav Simon è implacabile in questa fase – alla fine saranno 25 punti e 8 assist per il croato – e l’EA7 sale addirittura a +21. Difficile, veramente difficile affrontare l’ultimo quarto per Green e soci. Il play e Ragland sono gli ultimi a issare bandiera bianca, anche quando si tocca addirittura il meno 26 (a 3′ dalla fine). Cusin e Thomas vanno a segno ma è durissima, viste le immediate risposte di McLean e Hickman, ben supportati ancora dalla guardia croata.
Finisce 72 a 90: la Supercoppa va a Milano, ad Avellino resta la gloria e più di qualche applauso. I ragazzi di Sacripanti sono crollati nel finale, esauriti dalle costanti incursioni dei padroni di casa. Resta il merito di aver cercato sempre di rispondere agli attacchi dell’Olimpia, prima che la freschezza e la brillantezza del roster di Repesa cambiasse definitivamente il corso della contesa.
OLIMPIA MILANO – SIDIGAS AVELLINO 90-72
23-19; 44-34; 67-51; 90-72.
di Renato Spiniello.