Basket – Fortunata a chi? La risposta della Sidigas al gm brindisino Giuliani

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Aveva definito la Sidigas Avellino una squadra ben affiata ma soprattutto molto fortunata. Ci aveva sperato fino in fondo, Alessandro Giuliani con la sua Brindisi di poter fermare la marcia trionfale dei lupi biancoverdi.

I suoi uomini hanno giocato una partita gagliarda ma sul più bello, sono caduti sotto i colpi dell’armata avellinese che, violando anche il Pala Pentassuglia, hanno conquistato la decima vittoria consecutiva in campionato.

I proclami della vigilia degli ex avellinesi Banks e Anosike, convinti di poter arrestare la striscia vincente di Avellino, non hanno avuto l’esito tanto sperato.

Adrian e Oderah, anche loro, sono stati costretti ad inchinarsi allo squadrone di Sacripanti; pur giocando la classica “partita della vita” non sono riusciti nell’impresa e a capo chino ritornano a casa con l’amaro in bocca.

Ma ritorniamo alle dichiarazioni di Giuliani.

La Sidigas fortunata? Come si può definire fortunata una squadra che vince 10 partite consecutive in campionato e che sfiora l’impresa di portarsi a casa la seconda Coppa Italia della sua storia?

Anche al Pala Pentassuglia il team di Sacripanti ha mostrato tutto il suo valore, la sua totale maturità e attaccamento alla gloriosa canotta delle beneamata.

La Scandone è stata più forte delle avversità. Il piccolo grande Marques Green, con il suo forfait in extremis (chiamala fortuna questa) è stato costretto ai box, ma dall’alto della sua maturità, forse, già sapeva che non avrebbe creato un danno alla sua squadra. Col senno di poi, pare che il playmaker biancoverde, in un certo qual modo, abbia ordito un bel tranello al confusionario Giuliani che sperava, con l’assenza del folletto biancoverde, di portarsi a casa l’intera posta in palio.

Ritenere fortunata una squadra che mostra gioco, carattere e personalità pare davvero assurdo. Brindisi è stata una conferma di quanto detto; ancora una volta un successo in volata che premia il gran lavoro dell’intero collettivo biancoverde, bravo a restare lucido nei momenti salienti della gara e a trovare negli uomini giusti i canestri della vittoria.

Avere nel roster gente del calibro di Nunnally e Leunen non è fortuna, bensì oculatezza e raziocinio impiegati dai dirigenti di Avellino in fase di costruzione del team.

Sono stati loro i protagonisti della “decima”; Maarten, come a Milano, è stato l’uomo della spallata finale che ha mandato la squadra di Bucchi al tappeto, per non parlare dell’ennesima prova superlativa di James Nunnally, chiusa con un bel trentello a referto. Altrettanto superlativi sono stai i tifosi avellinesi giunti a Brindisi che si sono distinti per correttezza e sportività.

E allora vale la pena di ricordare l’esortazione di virgiliana memoria “… audentes fortuna iuvat”, perchè oggi non esiste squadra più audace e temeraria della Sidigas Avellino.

E’ audace chi lotta, suda, corre, stringe i pugni, soffre e alla fine esulta; è audace questa Scandone che non molla di un centimetro e non lascia nulla al caso; è audace questa squadra che rispecchia la grandezza della propria gente.

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