“Barriere non a norma e calcoli sbagliati da Autostrade: pericolo anche sulle tratte nazionali”

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L’inchiesta-bis sulla sicurezza delle barriere bordo-ponte dei viadotti campani, in particolare dei 12 ricadenti sulla tratta Benevento-Baiano dell’autostrada A16 Napoli-Canosa, che ha portato al sequestro prima delle sole barriere, poi delle corsie di marcia destra contigue alle stesse, finisce sulle cronache nazionali tra le pagine de “Il Fatto Quotidiano”.

Un articolo del giornalista Vincenzo Iurillo del giornale diretto da Marco Travaglio è dedicato all’inchiesta che noi di Irpinianews abbiamo seguito passo dopo passo e in esclusiva. In particolare, nell’articolo de “Il Fatto” viene riportata parte della perizia tecnica svolta dai consulenti della Procura, l’ingegnere Andrea Demozzi e il professore Mariano Pernetti, secondo cui Autostrade per l’Italia nel cambiare sistema di ancoraggio delle barriere, dopo la terribile strage di Acqualonga del 28 luglio 2013, avrebbe sbagliato alcuni calcoli e i pericoli relativi alla sicurezza e alla tenuta delle barriere sussisterebbero anche in altre tratte nazionali.

Dal loro canto, gli avvocati della concessionaria della famiglia Benetton, nonostante non si siano presentati al Riesame dopo i sequestri preventivi, confidano in un accoglimento delle proprie ragioni al termine dell’inchiesta che al momento vede tre indagati. Agli atti, però, c’è una consulenza commissionata dai pm che non condivide affatto le argomentazioni dei tecnici di Autostrade su una questione delicata e riassumibile così: la sostituzione dei Liebing su quelle barriere, con nuovi sistemi di ancoraggio consistenti in barre filettate inghisate con malta cementizia, può essere omologata? Tale sostituzione ha mantenuto inalterati i requisiti di tenuta e sicurezza delle barriere?

Tutti interventi che furono eseguiti dopo la strage di Acqualonga, in cui morirono 40 persone, una sciagura che ha portato Aspi a cambiare metodo di ancoraggio, un metodo che ora è stato bocciato da consulenti tecnici della Procura dopo l’analisi della documentazione acquista.

Nella perizia, in particolare, si legge: “Le resistenze ricalcolate dai consulenti tecnici della Procura sono inferiori a quelle determinate dai consulenti di Aspi, così come pure i relativi coefficienti di sicurezza. Inoltre i calcoli svolti dei consulenti di Autostrade non solo probanti dell’equivalenza strutturale del nuovo sistema di ancoraggio con quello preesistente. Non è possibile pertanto convalidare la presunta eguaglianza della resistenza dei due sistemi diversi”.

La perizia ricorda i crash-test falliti nel 2015 e l’unico positivo del 2019 che però non rassicura del tutto. “Le problematiche sono potenzialmente diffuse su tutto il territorio nazionale in presenza di interventi analoghi a quelli realizzati nella tratta in esame. In conclusione – si legge – le criticità portano una situazione di rischio in caso di urti di veicoli con elevato contenuto energetico”.