Bancarotta ed evasione fiscale, maxioperazione della Guardia di Finanza: sotto sequestro il Castello Aragonese

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Bancarotta ed evasione fiscale. Un noto commercialista napoletano e tre imprenditori agli arresti domiciliari, due appartenenti alla Guardia di Finanza indagati per corruzione (per aver preso una mazzetta per modificare un verbale), 40 milioni di beni sequestrati tra cui il Castello Aragonese di Ischia, un immobile nell’isola di Capri e vari stabili tra Napoli e Roma.

È il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Napoli coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord che ha svelato un retroscena dell’attività del 77enne commercialista che, secondo l’accusa, svuotava il patrimonio di società insolventi prima della dichiarazione di fallimento, commettendo anche reati tributari.

Il commercialista avrebbe poi elargito 4.000 euro a due finanzieri in servizio a Napoli per modificare un verbale ed evitare così di non far incorrere un suo cliente in un illecito penale, ma avrebbe frodato lo stesso il suo cliente «trattenendo per sé parte dell’illecito compenso», informa una nota della Procura. Sette, complessivamente, le società individuate dalla Guardia di Finanza detentrici del patrimonio illegale.

Gli immobili di lusso sequestrati dal nucleo di polizia economico finanziaria di Napoli erano di proprietà delle sette società coinvolte nell’indagine, tutte poste sotto sequestro. L’inchiesta è un filone di quella – poi finita per competenza alla Procura di Roma – che ha riguardato il giudice della sezione fallimentare del tribunale di Napoli Nord e di quella di Santa Maria Capua Vetere Enrico Caria, finito agli arresti domiciliari ad aprile scorso con l’accusa di aver veicolato nomine di consulenze in cambio di favori.