Bancarotta, in Appello ribaltata sentenza per imprenditore conciario: assolto

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SOLOFRA – I giudici della Terza Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli hanno ribaltato la sentenza di primo grado nei confronti di un imprenditore, che era stato condannato il 4 dicembre 2020 dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino, ad un anno di reclusione per i reati di bancarotta semplice per aver “aggravato il proprio dissesto, astenendosi dal richiedere la dichiarazione del proprio fallimento o con altra grave colpa” .

Già nel processo di primo grado era venuta meno una parte dell’impianto accusatorio, in particolare le aggravanti dei più fatti di bancarotta. Assolto con la formula più ampia, ovvero “perché il fatto non sussiste”.

Davanti ai giudici di Appello, il difensore dell’imprenditore del settore conciario, il penalista Massimiliano Russo, ha puntato sulla inesistenza di elementi, che non erano stati neanche indicati nella motivazione della sentenza di primo grado, che facessero emergere un elemento soggettivo da parte del suo assistito relativamente alla colpa grave per cui la Legge Fallimentare qualifica il reato che gli veniva contestato.

Nessun aggravamento dello stato di dissesto della società, poi fallita, si era registrato nel corso della sua attività di amministratore della società, tale che gli dovesse far chiedere, come pure era stato contestato, il fallimento della stessa. A dimostrare questa tesi per l’Avvocato Massimiliano Russo avrebbero deposto i bilanci del 2014 e del 2015, che a differenza del momento di crisi vissuto nel 2013, facevano ipotizzare anzi un miglioramento della società.

Problematiche che si erano aggravate nel 2016, quando poi era stata convocata l’assemblea dei soci. Una tesi che è stata accolta nelle motivazioni contestuali dei giudici di secondo grado. Dopo quasi quattro anni dal verdetto di primo grado è arrivata la sentenza di assoluzione per l’imprenditore.