Balneabilità in Campania, il punto dell’Arpac a metà settembre

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Mare blu in Campania

Nel solo mese di settembre Arpac ha effettuato finora 374 prelievi di acque di balneazione, su un totale di 2507 campioni prelevati dall’inizio della campagna di monitoraggio, partita come ogni anno ad aprile.

Provincia di Caserta. Nella prima metà di settembre in provincia di Caserta non sono stati registrati sforamenti dei valori limite dei parametri determinanti la balneabilità, anche se permangono alcune criticità ormai storiche in acque non adibite all’uso balneare, tra cui la principale è costituita dalla foce dei Regi Lagni.

Provincia di Napoli. A Napoli e provincia, in seguito agli sforamenti registrati a inizio mese, sono stati effettuati ulteriori accertamenti. Per il tratto di mare denominato “Arenile Pennella” nel comune di Castellammare di Stabia, è stata recuperata la balneabilità, vietata da circa un mese per probabili apporti inquinanti veicolati in mare dal Rivolo Foiano. Nello stesso comune è risultata non balneabile, in seguito ai controlli del 9 settembre, l’acqua di balneazione denominata “Sud Marina di Stabia” situata a sud del porto turistico di Marina di Stabia, un’area che non aveva mai dato esiti sfavorevoli nei mesi precedenti.

Per quanto riguarda l’isola di Ischia, sono rientrati entro i valori limite di legge i parametri batteriologici dei controlli sulle acque dei comuni di Lacco Ameno (Santa Restituta e Fundera) e Forio (Chiaia e Citara). «Come abbiamo ipotizzato la settimana scorsa», dichiara Lucio De Maio, dirigente della UO Mare Arpac, «per questi tratti si conferma l’influenza negativa costituita dagli eventi piovosi durante i giorni precedenti i controlli. Questi eventi richiederebbero da parte delle Amministrazioni locali appropriate misure di gestione».

In Penisola sorrentina, sono rientrati entro i limiti di legge i parametri microbiologici delle acque dei comuni di Sant’Agnello (Punta San Francesco), di Sorrento (Capo Sorrento) e di Massalubrense (San Montano). Nel comune di Vico Equense, nell’omonima acqua a Marina di Vico, in seguito a prelievi supplementari è stato possibile delimitare l’area interessata dal fenomeno inquinante, individuata nell’acqua prospiciente il rivolo Macello. Risultano invece vietate alla balneazione nel comune di Torre del Greco le acque “Litoranea Nord” e “Litoranea Sud” penalizzate dalla presenza di numerosi alvei che sfociano a mare.

In merito poi agli esiti sfavorevoli che la scorsa settimana hanno interessato il litorale flegreo, dall’acqua di balneazione denominata “Lido di Licola”, di qualità scarsa, fino alla Foce nord del Lago Fusaro, sono stati compiuti ulteriori controlli e verifiche con il prelievo di 21 campioni di acqua. Si tratta di un tratto di costa di circa quattro chilometri su cui insistono più elementi che potrebbero concorrere a causare i fenomeni inquinanti registrati. In un primo momento e in assenza di ulteriori informazioni, era stata ipotizzata la riferibilità dei fenomeni allo scarico dell’impianto di depurazione di Cuma, risultato invece, a inizio settembre, conforme ai parametri microbiologici di legge e peraltro con avanzamenti dei lavori di ristrutturazione, a cura della Regione, che dovrebbero consentire il miglioramento del dato.

Altro elemento da considerare è lo scarico presente nell’acqua di qualità scarsa denominata “Lido di Licola”, in cui confluiscono il Canale di Quarto, l’alveo dei Camaldoli e il Canale Abruzzese, responsabili dello stato di qualità di questo tratto di costa. Inoltre, la zona nelle giornate precedenti ai campionamenti è stata interessata da eventi di pioggia che in genere incidono negativamente sulla qualità delle acque. Infatti, con i campionamenti aggiuntivi risultati favorevoli è stato possibile il ripristino della balneabilità dell’intero tratto flegreo, fatta eccezione dell’acqua denominata “Collettore di Cuma” dove il punto routinario, il punto studio e le relative delimitazioni sono risultati tutti sfavorevoli. Un ulteriore dato negativo è stato registrato nel Comune di Pozzuoli per l’acqua “La Pietra” nel punto di studio posto in prossimità della zona a maggior rischio di contaminazione.

Provincia di Salerno. Nel Salernitano non si riscontrano al momento superamenti dei valori limite batteriologici dei parametri determinanti la balneabilità. Tuttavia si attendono i risultati delle missioni in corso lungo la costa cilentana, oltre a quelli dei controlli aggiuntivi per confermare o revocare il divieto di balneazione vigente nell’acqua denominata Cammarelle del comune di Sapri. Relativamente alle acque in divieto di “Marina di Vietri Primo Tratto”, a Vietri sul Mare, ed “Est Foce Irno”, a Salerno, si conferma l’influenza negativa degli apporti fluviali, determinati rispettivamente dal Bonea e dall’Irno. Sono rientrati invece entro i limiti di legge i valori microbiologici dell’acqua “Marina di Vietri Secondo Tratto”, che erano risultati oltre i limiti ai prelievi del 3 settembre.

Colorazioni anomale. Nel corso delle ispezioni visive a bordo dei battelli nautici di Arpac dall’inizio del mese di settembre non sono state evidenziate situazioni di particolare rilievo nella colorazione dell’acqua e nella presenza di schiuma o mucillagine.

«La stagione balneare volge ormai al termine», dichiara il commissario straordinario Arpac Stefano Sorvino, «tuttavia non si ferma il flusso di informazioni sulla qualità delle acque di balneazione, generato ogni giorno dall’Agenzia ambientale campana. Nel corso di tutta l’estate 2019, cittadini e turisti hanno potuto informarsi sia attraverso il sito web Arpac che mediante l’app per dispositivi mobili che abbiamo lanciato in primavera. L’Agenzia, pur nelle note ristrettezze di personale e mezzi, ha dispiegato il massimo sforzo possibile per tutelare la salute dei bagnanti in Campania e contribuire al buon funzionamento del sistema dei controlli, in una regione dove è fondamentale fornire informazioni dettagliate sulla qualità delle risorse naturali presenti sul territorio».