Verso il voto a Baiano, nel Pd quando tutti davano per scontata la candidatura di Enrico Montanaro a sindaco, il colpo di scena. Trentacinque iscritti decidono di sospendersi e con un comunicato inviato alla direzione provinciale spiegano le motivazioni: . Siamo rammaricati e dispiaciuti per il comportamento di chiusura manifestato dal coordinatore del partito Franco Scotto rispetto a gli accordi sottoscritti in sede assembleare, alla presenza della delegata della segreteria provinciale Avv. Chiara Cacace e dell’amico Franco Vittoria membro della direzione nazionale del PD, che vedeva tutto il partito avviarsi verso una gestione unitaria e collegiale in vista dell’appuntamento elettorale amministrativo. Avevamo concordato, alla presenza degli organismi provinciali, un processo unitario che vedeva, innanzitutto, la nomina dell’amico Giovanni Bellavista quale vice – coordinatore, e successivamente la composizione di una delegazione del coordinamento, comprensiva del coordinatore e del vice, che si facesse carico di iniziare un nuovo ciclo di consultazioni con tutti i partiti e con i movimenti politici – civici di Baiano, per dar vita ad una lista amministrativa con il più ampio consenso politico. I principi di apertura e rinnovamento che hanno ispirato la nuova linea politica, sono stati disattesi. La politica senza discussione e coinvolgimento di tutti nelle scelte non può essere più tollerata. Bisogna recuperare una nuova concezione della politica. Le scelte devono essere ampiamente dibattute e condivise. Guai ad immaginare che qualcuno possa decidere da solo. Il Pd è un partito aperto. Non vi sono padroni. Le decisioni spettano alla base del partito. Non possiamo tollerare accordi fatti nelle segrete stanze è poi fatti passare come volontà del partito. Gli incontri devono essere fatti in modo trasparente. Per queste ragioni avevamo chiesto la costituzione di un ufficio di segreteria, che tenesse conto delle diverse anime del partito, per avviare in modo trasparente, alla luce del sole, le consultazioni con gli altri partiti politici, a partire da quelli del centro – sinistra, e con i movimenti civici. Tutto questo è stato improvvisamente negato. La condivisione della linea politica è un fatto importante ed è frutto di un accordo da tutti sottoscritti. Venir meno alla condivisione di quegli accordi, significa far venir meno le ragioni dello stare insieme. Alla luce, dunque, di quanto accaduto, riteniamo doveroso sul piano politico di non condividere la gestione unitaria del partito. Non abbiamo intenzione di sostenere scelte, siano esse politiche ed amministrative, che da noi non sono state condivise e che attengono a periodi nei quali il partito era composto da poco più di 25/30 iscritti. Riteniamo l’attuale classe dirigenza del partito incapace di guidare il partito in questa delicata fase politica e che la stessa non abbia più la maggioranza numerica per continuare nella proposizione delle proprie proposte. Pertanto in virtù delle considerazioni svolte, gli amici che erano stati indicati nel coordinamento ed il prof. Giovanni Bellavista, rimettono i propri incarichi con effetto immediato, chiedendo nel contempo l’intervento immediato degli organismi provinciali”. Seguono le firme di Antonio Vecchione, Fedele Valentino, Andreina Napolitano, Giovanni Bellavista, Fabio Bellavista, Rocco Bellavista, Stefania Bellavista, Silvana Acierno, Ivan Vecchione, Antonio Napolitano, Giovanni Napolitano, Massimo Petillo, Antonio Lippiello, Franco Sgambati, Andreana Sgambati, Felice Napolitano, Maria Boccieri, Antonio Capiluongo, Anna Capiluongo, Stefano Sgambati, Bianca Fusco, Vittoria Sgambati, Carmen Mascheri, Maria Gabriella Vecchione, Daniela Litto, Giuseppe Mascheri, Davide Litto, Andrea Bellavista, Antonio Lippiello, Stefania Sgambati, Maria Vittoria Sgambati, Maria Vittoria Bellavista, Ivan Vecchione, Michele Orefice, Giuseppe Mascheri.