Bagnoli tra storie, leggende e linguaggi: sabato la conferenza

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Bagnoli – Il Circolo ‘Palazzo Tenta 39’ presenta sabato 10 maggio alle ore 18.00 presso la Sala Consiliare del Comune di Bagnoli Irpino la III conferenza tematica per ‘Storie, leggende e linguaggi di Bagnoli – La vita del bagnolese nella civiltà pastorale’.
La manifestazione ripropone, attraverso documenti narrativi e testi canori, rilevati dalla viva voce di anziani bagnolesi, un pezzo della vita che risale a due generazioni addietro. Nell’occasione si ascolteranno, oltre alle testimonianze registrate, anche brani di ‘cunti e canti’ da parte dei ragazzi della compagnia teatrale. La lettura seguirà il ciclo vitale: dai riti della nascita a quelli della fanciullezza, della gioventù, per finire con le complesse ritualità legate all’evento della morte. Si eseguiranno brani riguardanti l’infanzia, come le ninne nanne, che testimoniano la tenera creatività delle donne di Bagnoli (Ninna nonna, chi vieni ra Lacinu, lu figliu rorme e la mamma cucina) e filastrocche propiziatorie che accompagnavano i giochi dei ragazzi. Mentre i genitori erano indaffarati nei lavori, maschietti e femminucce giocavano nelle piazzette e nei cortili. A quei tempi si viveva come in un mondo fatato. L’aspetto fantastico si manifesta anche nella gestualità ludica. I ragazzi conoscevano decine di filastrocche che contenevano elementi magici. I piccoli si sedevano in tondo e allungavano i piedi, mentre il più grande recitava la filastrocca facendo nello stesso tempo la conta. Fortunato il bimbo che veniva indicato dalla sorte: poteva incrociare i piedi e, quindi, tirarsi fuori dal gioco allontanandosi saltellando su un solo piede. La posizione incrociata dei piedi nasconde un antico gesto di esorcizzazione, qui cristianizzato anche dall’invocazione a San Michele, che come protettore delle anime rimanda alla divinità pagana di Mercurio (che accompagnava nell’Ade le anime zoppicanti). Dal mondo fantastico della fanciullezza alla magia dell’amore nell’età adolescenziale. E poi ancora documenti di pratiche magico-rituali, di medicina popolare, di sortilegi, di credenze diffuse allora nella nostra comunità; infine brani di racconti dell’oralità, che alleggerivano il peso della fatica durante la raccolta delle castagne, la spannocchiatura del granturco, il bucato al lavatoio, la cottura del pane nei forni pubblici, ecc. Il materiale è stato raccolto nell’arco di un trentennio, grazie al contributo di circa un centinaio di informatori anziani del paese, che hanno mantenuto vivi i modelli culturali d’origine. Modelli non più praticati, che sopravvivono solo nella memoria di pochi ottantenni. Con le loro testimonianze questi preziosi informatori hanno offerto uno spaccato della civiltà agricolo-pastorale dei nonni. Il che ci consente di conservare memoria della vita di quel tempo, che altrimenti sarebbe andata irrimediabilmente perduta.

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