Le nuvole e la pioggia hanno provato ad ostacolare l’evento ‘Puozzi passa p’a Pratala’ ma ha vinto la musica e l’allegria della gente.
Corso Vittorio Emanuele di Pratola, nella seconda serata di questa decima edizione del Festival di musica popolare, ha accolto un fiume di gente, tante generazioni presenti per ascoltare buona musica assaporando prodotti tipici di qualità.
Dopo il successo dei ‘Foja’, il gruppo folk – rock di Napoli esibitosi venerdi, ieri è stata la volta di Gerardo Amarante, poliedrico artista campano, e dei suoi ‘Spaccapaese’.
I suoni ed i ritmi della tradizione del Sud hanno riscaldato ed accompagnato una serata davvero travolgente.
Ma, prima di concedersi Amarante ha voluto dedicare una serenata speciale a Mamma Schiavona non poteva non farlo visto che era nella sua terra.
Subito dopo gli Spaccapaese si sono esibiti gli organizzatori dell’evento i Pratola Folk.
Orlando Marano, leader del gruppo storico di musica popolare, lo fa ogni anno.
E’ un modo per ringraziare il pubblico e tutti coloro che in questi mesi si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione.
E così grazie al ritmo unico che, da oltre quarant’anni, accompagna la loro musica hanno proposto alcuni dei loro brani più celebri (Compari e comparielli, facimmo e pummarole, A femmena ro Sud).
Suoni e canzoni che raccontano di un’anima popolare autentica e di un forte legame con i racconti popolari che ancora attirano, per fortuna, tutte le età.
Questa sera sarà il momento degli Après La Classe, gruppo musicale ska ed electro rock formatosi nel 1996 ed ora in tour con un travolgente lavoro discografico ‘Circo Manicomio’.
La band, originaria di Aradeo, provincia di Lecce, è composta da Cesko (voce, synth, chitarre), Puccia (voce, fisarmonica, tastiere), Combass (basso, cori), Alex Ricci (chitarra), Giammy (batteria).
Ma Puozzi passa p’a Pratala è soprattutto cultura. All’evento sarà presente, anche oggi, l’artista pratese Achille D’Onofrio con una mostra d’arte davvero unica.
Tra le opere in mostra, al centro del paese, che raccontano di vita e di quotidianità, di sentimenti e valori, uno presta particolare attenzione: ‘Gli Angeli del Mediterraneo’.
La dimensione della tela, i colori ed i contrasti fotografano il fondo del mare mescolato al dolore ed alla morte. Un racconto minuzioso del dramma dell’immigrazione.
L’opera realizzata in un anno, vista la profondità e complessità del tema affrontato, è vincitrice del concorso internazionale ‘Il Canto delle Muse’ realizzato in provincia di Salerno.
“Gli occhi chiusi di quei bambini, ormai senza vita, ed avvolti dalle onde del Mediterraneo – racconta l’artista – devono permettere a tutti noi di aprire i nostri occhi e di riflettere sulle nudità delle nostre coscienze, incapaci ed immobili di fronte ad un dolore senza risposte”.
Il silenzio abissale della morte trova tentativo disperato e muto che l’artista mette in netta correlazione simbolica con la morte innocente di Cristo. Una mostra davvero imperdibile.
LA CURIOSITA’
Tra i numerosi stand presenti lungo il Corso Vittorio Emanuele, abbiamo avuto la possibilità di incrociare il campione Salvatore Perugini, ex rugbista a 15 e dirigente sportivo italiano in carriera attivo nel ruolo di pilone. Dal 2016 è vicepresidente della Federazione Italiana Rugby.
Originario di Pontelandolfo, nel beneventano, Perugini ha iniziato a 16 anni ad inseguire la sua passione per il rugby.
Si è formato sportivamente a L’Aquila dove mosse i primi passi professionistici proprio nella rappresentativa del capoluogo abruzzese. Pilone ritenuto di sicuro affidamento, nazionale sotto la gestione Bradley Ronald “Brad” Johnstone quasi contemporaneamente al debutto in campionato, nel torneo Sei Nazioni 2000.