Avellino – Nonostante gli appelli è esplosa la psicosi in Irpinia: il virus H5N1 infatti ha già fatto ‘crollare’ la vendita delle carni bianche. Dalle tavole irpine sono stati completamente aboliti polli, conigli, uova e tacchini facendo incrementare le vendite delle carni rosse e dei derivati del latte. Intanto ai sedici cigni trovati morti tra la Sicilia, la Calabria e la Puglia, dei quali per cinque avicoli è stata accertata la morte per aviaria, si aggiunge un sesto caso: un cigno cenerino è stato rinvenuto morto sulla spiaggia di Brancaleone sulla costa Ionica reggina dalla Guardia di Finanza di Bianco. Dall’Istituto Zooprofilattico di Portici, il Commissario Straordinario Antonio Limone (impegnato in una task-force per verificare l’attività di profilassi in atto) rivolge un appello alla cittadinanza: “Da anni in tutta la Regione Campania vengono effettuati, dagli organi competenti, controlli e verifiche come prevede la normativa soprattutto per norme igienico-sanitarie ma anche negli allevamenti, per la provenienza ed il tipo di alimentazione usata dagli allevatori. Posso garantire dunque che il nostro territorio è sicuro e quanto sto affermando trova conferma nel potenziamento, su disposizione del Ministro Storace, dei servizi veterinari e dei Carabinieri dei Nas. I controlli ci sono stati e ci sono e stiamo inoltre monitorando continuamente il territorio. Quindi sono inutili gli allarmismi”. A livello nazionale lo stesso Limone conferma i controlli che sono scattati praticamente in tutte le regioni, soprattutto nelle zone umide e paludose, ritenute possibili rotte per gli uccelli migratori, che in Irpinia riguardano Senerchia, Monteverde e l’oasi di Conza della Campania. La task-force dunque non è scattata solo nelle zone interessate dal ritrovamento dei cigni morti ma anche in Irpinia “…voglio ricordare – prosegue il Commissario Straordinario – che la trasmissione del virus avviene attraverso il contatto diretto con volatili infetti o prodotti avicoli. Essendo il virus resistente per un certo periodo di tempo nell’ambiente circostante, si pensa che l’infezione possa essere contratta a seguito di contatto con superfici o polvere contaminate, principalmente, da feci e secrezioni respiratorie o da sangue e carne cruda e le persone possono trasmettere meccanicamente l’infezione attraverso mani, calzature e abiti contaminati. E, come ha evidenziato il Ministro Storace, la cottura della carne avicola uccide il virus ed è garanzia totale di sicurezza”. Ma nonostante gli appelli e le spiegazioni, dalla città ma anche da molte altre zone dell’Irpinia – Montecalvo, Atripalda, Casalbore – sono stati segnalati alle Forze dell’Ordine e alle Aziende Sanitarie Locali casi di animali rinvenuti cadaveri: piccioni, anitre, polli che sarebbero deceduti perché infetti. Dall’Asl garantiscono che in nessuno dei casi segnalati si può parlare di aviaria ma, comunque, è stata applicata la profilassi come prassi. (di Emiliana Bolino)
Redazione Irpinia
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