Avellino, i tre fattori di un possibile cambio di modulo

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Claudio De Vito – Alle 15:30 l’Avellino riprenderà ad allenarsi con il morale risollevato dal pari di rimonta con il Pescara. Medicate ma non guarite del tutto le ferite le derby, la truppa biancoverde si concentrerà sul crocevia salvezza di Vercelli, primo di tre appuntamenti in poco più di una settimana.

La stoccata di Francesco Di Tacchio contro il Pescara ha salvato la panchina di Walter Novellino che però – secondo quanto trapela – resta in bilico sulla scorta di una fiducia a tempo. Il tecnico biancoverde è chiamato a non fallire l’appuntamento del “Silvio Piola” al quale potrebbe presentarsi rispolverando il modulo di scorta. Alla ripresa sul sintetico del Partenio-Lombardi se ne saprà di più, ma intanto esistono già tre fattori che indirizzano il quadro tattico verso il ritorno al 3-5-2 già pronto due settimane fa quando la partita con il Bari fu rinviata.

In primis l’assenza di Soufiane Bidaoui, che dovrebbe rientrare il 9 aprile contro il Perugia alla luce della riduzione della lussazione della spalla praticata negli istanti immediatamente successivi all’infortunio. Certo il marocchino è un elemento imprescindibile in termini di qualità ed imprevedibilità, ma non tutti i mali vengono per nuocere. La defezione di Bidaoui infatti libera il suo allenatore dal “peccato originale” di privarsi di un calciatore in grado di creare la superiorità numerica sull’esterno.

E’ accaduto già a febbraio nel periodo dell’infortunio al piede dell’esterno offensivo: contro Cesena e Venezia fu 3-5-2. Un modulo che risponde all’esigenza di schierare due punte emersa nella ripresa con il Pescara e manifestata apertamente dallo stesso Walter Novellino nel post-gara. Con Raul Asencio ancora out per squalifica, è facile ipotizzare una linea avanzata di peso con Luigi Castaldo e Matteo Ardemagni interpreti.

E ancora – terzo fattore – il 3-5-2 è anche il modulo della Pro Vercelli. Ciò significa che il tecnico di Montemarano non disdegnerebbe affatto un dispositivo tattico speculare a quello dell’avversario, battuto ieri 2-0 dal Carpi e che non vince dal 27 gennaio (2-0 all’Ascoli in casa). Insomma la triplice motivazione spalancherebbe la strada verso l’adozione di un sistema di gioco finalizzato anche a creare la parità numerica effettiva in mezzo al campo

L’ago della bilancia sarebbe come al solito Davide Gavazzi, che agirebbe da interno (ruolo già ricoperto in alcuni frangenti abbassandosi nel 4-2-3-1) anche se la sua storia individuale nel 3-5-2 racconta di una collocazione base sull’esterno. Dove però Walter Novellino godrebbe di una certa abbondanza con due calciatori per fascia: Simone Rizzato e Nicola Falasco a sinistra, e Lorenzo Laverone e Salvatore Molina destra.

La retroguardia a tre esalterebbe le doti di Pierre Ngawa e avrebbe esaltato quelle di Riccardo Marchizza, che rientrerà dall’impegno con l’Under 20 (per poi partire di nuovo) ma finirà in panchina. Uno tra Anton Kresic e Marco Migliorini potrebbe cedere il posto a Santiago Morero, tradizionalmente perno centrale della composizione triadica difensiva. L’Avellino è pronto a cambiare di nuovo pelle.