Avellino – Tragedia alla Irisbus: l’analisi di Generoso Bruno

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Avellino – Dopo la tragedia che ieri si è consumata presso lo stabilimento Irisbus, Generoso Bruno, responsabile regionale della Sinistra Europea, pone l’accento su come “… la fabbrica sia lo specchio riflesso dell’attuale, globale, condizione di scomposizione molecolare che negli ultimi quindici anni ha attraversato, per intero, anche la società italiana proprio a partire dall’organizzazione del lavoro e dei processi produttivi”. Troppo forti, appaiono, secondo Bruno, le analogie tra il suicidio di Giuseppe Iorillo della Irisbus e quello dell’operaio 55enne della Renault, a Mulhouse, in Francia. “Storie – continua in una nota – che c’interrogano sull’attuale sofferenza della condizione operaia all’interno dell’organizzazione della fabbrica post-fordista, il sentire concreto, asfissiante, dell’abbassamento progressivo della rete dei diritti e delle tutele, dove, scomparsa la “classe”, restano gli individui, le solitudini e le vulnerabilità. Un suicidio può nascondere una spirale di sofferenza personale ma, soprattutto in questo caso, è il luogo in cui si compie che pone un interrogativo che necessita di essere indagato. Cento lavoratori alla Irisbus che matureranno i requisiti per la pensione nel corso dei prossimi quattro anni saranno costretti ad una uscita anticipata dall’azienda con una conseguente e significativa perdita economica e solo trentacinque unità assunte a fronte delle cento mobilità. E’ l’idea della precarietà, ormai, declinata a sistema che attraversando le generazioni s’impasta col sangue e con la vita di ognuno. In Francia il sindacato, la Cgt, ha chiesto che il suicidio dell’operaio della Renault venga considerato incidente sul lavoro dove, già per altri tre casi analoghi, sempre alla Renault, l’Ispettorato francese ha comunque stabilito il legame esistente tra i suicidi e le condizioni di lavoro. A Flumeri, Film-Uilm e Fismic, continueranno a sostenere l’accordo firmato? Mai come adesso è necessario ripensare il ruolo dei distretti industriali in Irpinia nel tentativo di connettere, finalmente, i territori ad una nuova idea di sviluppo possibile”.

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