di Claudio De Vito – Una sconfitta amara con il retrogusto della beffa a leggere il dispositivo del Collegio di Garanzia del Coni che ha schiacciato ancora di più le chance dell’Avellino di partecipare al prossimo torneo di B.
Il club biancoverde infatti “sotto il profilo sostanziale apparirebbe in possesso dei requisiti di idoneità e sostenibilità finanziaria” ma avrebbe dovuto impugnare le prescrizioni in tema di Licenza Nazionale (il comunicato n. 49 del 24 maggio) entro trenta giorni, il 24 giugno, dunque quando la fideiussione Onix Asigurari non solo non era stata bocciata ma nemmeno depositata presso gli uffici della Covisoc (presentata il 29 giugno). Insomma alla data del 24 giugno l’Avellino non aveva alcun interesse ad agire. La contraddizione è servita.
“Una scansione procedimentale enormemente ristretta, ma nondimeno vincolante” recita, a proposito dei tempi previsti per i vari adempimenti dal comunicato non impugnato, il verdetto del Collegio di Franco Frattini che non potendo “valutare la legittimità di tali criteri formalistici” in buona sostanza si è ritenuto non competente in materia. Ne è scaturita una bocciatura tutt’altro che netta e che presta il fianco alla prosecuzione a oltranza della battaglia innanzi al Tar Lazio.
Imboccare il sentiero del procedimento amministrativo nel calcio sa di mossa disperata, ma la partita resta assolutamente aperta davanti ad un tribunale che valuterà sulla base del diritto sostanziale. Che è proprio ciò che fa al caso della situazione dell’Avellino, avendo tra l’altro l’avvocato Pietro Schiavone sottolineato a margine della pubblicazione della decisione che in essa “di diritto c’è poco”. Starà ora al suo collega amministrativista Lorenzo Lentini provare a far valere le tesi del club di Walter Taccone.
61 anni, del foro di Salerno, l’avvocato Lentini è già al lavoro con il suo studio per presentare il ricorso al Tar Lazio. Fu lui due anni fa a guidare alla vittoria davanti al tribunale amministrativo la Paganese con i legali Italo Rocco e Vincenza Gentilcore. La società azzurrostellata, che presentò ricorso per l’estromissione dal campionato di competenza, ottenne dal Tar l’ammissione con riserva nella Lega Pro 2016/2017 per effetto dell’accoglimento della domanda cautelare, quest’ultima di carattere incidentale e parallela al ricorso in sé. Anche l’Avellino si muoverà così, chiedendo al Tar di paralizzare gli effetti immediati del provvedimento di esclusione dal torneo cadetto.
La domanda cautelare della Paganese, il cui caso è comunque da ritenere diverso nel merito dei fatti, fu accolta il 31 agosto. Nel caso del club biancoverde invece risulta difficile una tempistica dilatata in tal modo. Innanzitutto il termine per impugnare il dispositivo del Collegio di Garanzia del Coni è di sessanta giorni, ma lo studio Lentini già nelle prossime ore farà partire il ricorso amministrativo con annessa richiesta di sospensiva in via appunto cautelare. I tempi di discussione della domanda cautelare sono più brevi di quelli relativi al ricorso ordinario (promosso in parallelo) e ciò è dimostrato dal caso Paganese: dispositivo di accoglimento della sospensiva il 31 agosto 2016 e fissazione dell’udienza per la trattazione del merito il 19 dicembre 2016.
Il 31 agosto per la Paganese fu ammissione con riserva perché il provvedimento del Tar è da ritenersi in tal caso un’ordinanza (di sospensiva) e non una sentenza definitiva emessa dopo l’esame del merito. Nessun pregiudizio infatti è successivamente derivato per gli azzurrostellati che portarono regolarmente a termine il campionato. Se ci sono elementi indiziari a sostegno del ricorso (il cosiddetto fumus boni iuris) ed esiste al contempo un pericolo derivante dalla protrazione dei tempi ordinari del processo, ovvero lo slittamento della decisione di merito (periculum in mora) la domanda cautelare nel procedimento amministrativo viene accolta. E’ la procedura che prevale sul merito della questione sulla base di elementi pregiudizievoli per il ricorrente.
L’Avellino dunque punta tutto sulla richiesta di sospensiva per un’ammissione con riserva. Il provvedimento cautelare d’urgenza arriverà in tempi certamente brevi: entro lunedì il Tar dovrà pronunciarsi sulla domanda incidentale con apposito decreto. Intanto però il ricorso congela lo svincolo d’autorità dei tesserati previsto dall’articolo 110 NOIF, anche se alcuni calciatori – stanchi di attendere – potrebbero chiedere di essere ceduti. La squadra tornerà in campo per allenarsi nell’incertezza e nello sconforto più totali incarnati ieri da Angelo D’Angelo e Luigi Castaldo, in lacrime al Coni per le burrascose sorti dell’Unione Sportiva 1912.