Come ogni estate, le polemiche sull’Avellino Summer Fest sono al centro del dibattito politico-amminstrativo del capoluogo irpino. Nel mirino dell’opposizione consiliare, innanzitutto, l’aspetto finanziario. A molti della minoranza non va giù il fatto che l’intero cartellone di eventi superi la spesa di un milione di euro. Nicola Giordano, consigliere comunale del Pd, ha registrato su facebook, a tal proposito, un video molto articolato, definendo il cartellone “troppo costoso per il bilancio comunale”.
L’altro motivo di polemica, sollevato dallo stesso Giordano ma anche da altri, tra cui Giovanni D’Ercole, è la gestione dell’organizzazione, in particolare l’evento del 16 agosto costato 280mila euro e che ha visto l’esibizione in piazza Libertà di Achille Lauro, Tananai e Gaia. Ad occuparsi di tutto è stata la “East Side” srl, società di Avellino, che fino a poche settimane fa, si occupava in prevalenza di somministrazione e ristorazione.
Questo particolare è stato evidenziato da Giordano. “Solo il 3 agosto (la East Side, ndr) ha comunicato alla Camera di Commercio l’iscrizione, nel suo oggetto sociale, anche di altre attività relative all’organizzazione di concerti ed eventi ampliando così il proprio codice Ateco”.
Per l’esponente Dem, la gestione del Festival è “incerta e con grandi opacità”. Il rappresentante dell’opposizione chiede chiarimenti in merito all’amministrazione comunale.
“E’ giusto che la città abbia un rendiconto delle spese ma anche delle ricadute economiche”. Questa la risposta dell’assessore agli Eventi, Stefano Luongo, il quale si dice pronto, dunque, a riferire in consiglio comunale sul Summer Festival.
L’assessore spiega anche la vicenda degli affidamenti, definendoli corretti. “Gli ingaggi sono stati tutti a norma di legge, come ogni anno. La giunta approva il programma, poi gli uffici si attivano per concretizzare gli indirizzi ricevuti e contattano gli impresari. La giunta dà un indirizzo politico, espresso con una delibera del 30 maggio, per indicare gli artisti che intende coinvolgere. Ho proposto i nomi di coloro che si sono esibiti, poi gli uffici, che hanno rispettato tutte le regole, danno il via alla contrattualizzazione con le società che detengono l’esclusiva delle esibizioni degli artisti indicati nella delibera di giunta”.
“Non comprendo – conclude – quale sia il problema se a risultare esclusivista, per una volta, sia stata una società di Avellino e non di Napoli, Roma o Milano”.