Finisce in un nuovo nulla di fatto l’ennesimo appuntamento in assise del Consiglio comunale di Avellino.
I lavori sono iniziati con delle comunicazioni politiche del Sindaco Paolo Foti a seguito di una breve conferenza dei capigruppo convocata dal Presidente Livio Petitto per programmare l’ordine dei lavori del Consiglio comunale odierno e per stabilire le date dei prossimi Consigli (il 27 aprile prossimo su regolamento IUC e alcune mozioni; il 29 aprile si terrà la seduta monotematica sull’Area Vasta; mentre la seduta mattutina di Question time slitta al 2 maggio).
Il primo cittadino, nel corso del suo chiarimento all’Aula, ha evidenziato “… un momento di difficoltà umana, più che politica” che lo ha indotto oltre una settimana fa a pensare di dover lasciare anzitempo la carica di Sindaco della città di Avellino.
“Lo ammetto – ha dichiarato apertamente Paolo Foti – ho ceduto sul piano emotivo, ho dichiarato ad alcuni assessori la mia volontà a dimettermi. Ne è seguito poi un dibattito accesso, animato soprattutto su alcuni organi di stampa. Questa mia condizione di rabbia, di delusione, di stanchezza, di insoddisfazione è durata 48 ore. 48 ore – ha proseguito il Sindaco – in cui ho avuto il tempo di riflettere, di ritrovarmi con me stesso e di pensare di non poter tradire e mortificare la città di Avellino condannandola ad un lungo commissariamento, tradendo così anche il mandato elettorale ricevuto dai cittadini. Queste motivazioni mi hanno indotto a non mollare, a guardare avanti per il bene della nostra comunità, a riscoprire quel forte vincolo che mi lega alla città che ho amministrato in questi quasi tre anni di mandato con responsabilità e con profonda onestà”.
Foti rivolgendosi ai consiglieri comunali ha così ribadito che “.., in quello che è accaduto non c’è niente di politico, solo la fragilità e la difficoltà di un uomo durata 48 ore”.
Il dibattito successivo alla relazione del sindaco (hanno preso la parola tra i vari i componenti delle opposizioni Preziosi, Giordano e Bilotta) è però durato ben poco: la maggioranza, poco prima dell’intervento della neo capogruppo del Pd Ambrosone, ha fatto cadere il numero legale decretando la fine della seduta, lasciando nuovamente Foti solo al suo destino.