Avellino-Rocchetta, lo strumento per uno sviluppo che non sia industriale. Tomasone: “Vogliamo tanti Sponz”

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Un nuovo tavolo tra 25 giorni, incontro in Regione sull’Area Vasta e poi presentazione del progetto il 17 novembre a Pietrarsa, alla presenza del Ministro Dario Franceschini. E’ questo il cronoprogramma stilato sull’Avellino-Rocchetta.

La tratta turistica è al centro delle attenzioni dei sindaci dell’Area Vasta, da un alto, e quelli del Progetto Pilota dall’altro. Il tutto sotto la supervisione della Soprintendenza. Oggi c’è stato un nuovo tavolo presso il Comune di Avellino per definire tutte le iniziative da mettere in campo collegate al treno turistico in modo da valorizzarlo, ma al contempo si ragiona anche in maniera inversa: usare la tratta ferroviaria per rilanciare la provincia.

L’Avellino-Rocchetta, infatti, deve diventare quell’occasione per recuperare i borghi e le ricchezze naturali di cui l’Irpinia è ricca, valorizzandoli nel migliore dei modi, a differenza di quanto avviene finora. Durante il tavolo sono emerse varie proposte, illustrate dai sindaci e dai tecnici presenti. A cominciare dal pianificare una serie di eventi lungo l’arco dell’anno collegati all’Avellino-Rocchetta. «Non ci deve essere solo lo Sponz Festival per mettere in funzione il treno, ma vogliamo tanti Sponz», ha spiegato l’assessore all’urbanistica del Comune di Avellino, Ugo Tomasone.

Le singole stazioni della tratta, inoltre, verranno “sfruttate” dai sindaci dei vari comuni per attirare turisti verso le proprie comunità. Non a caso sul tavolo ci sono molte proposte legate alla mobilità alternativa e a come raggiungere i centri storici partendo da stazioni spesso delocalizzate. Ogni comunità metterà in campo varie iniziative: bike sharing, navette elettriche, percorsi a cavallo, ma ci saranno anche alberghi diffusi.

Il tutto all’insegna di un nuovo sistema di sviluppo. «Le scelte prese in passato sono andate verso un’industrializzazione effimera – spiega l’assessore all’Area Vasta, Arturo Iannaccone. Con l’Avellino-Rocchetta abbiamo la possibilità di puntare su uno sviluppo turistico e religioso, basato sui nostri borghi antichi, le nostre risorse ed eccellenze di cui siamo ricchi. Un nuovo sistema per produrre ricchezza e occupazione».