di Claudio De Vito – E’ attesa in giornata la composizione dei gironi da parte del Consiglio Direttivo della Lega Pro. Non sono attese sorprese: le attuali 59 squadre saranno distribuite secondo la classica suddivisione geografica Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Sud. L’Avellino pertanto sarà inserito nel girone C a 19 squadre che potrebbero diventare 20. Si attendono le decisioni sui casi Bisceglie e Cerignola al Coni, dove tra l’altro giovedì 25 luglio saranno presentati i calendari.
Intanto ecco il probabile girone C: Avellino, Bari, Casertana, Catania, Catanzaro, Cavese, Monopoli, Paganese, Picerno, Potenza, Reggina, Rende, Rieti, Sicula Leonzio, Teramo, Ternana, Virtus Francavilla, Viterbese, Vibonese.
Ieri invece a Firenze sono andati in scena i festeggiamenti per i sessant’anni della Serie C ai quali ha preso parte anche Claudio Mauriello. Il presidente del club biancoverde ha avuto modo di interfacciarsi con il padrone di casa Francesco Ghirelli, il quale non ha nascosto di nutrire preoccupazione per le tribolate vicende giudiziarie che hanno investito l’Avellino. L’opera di restaurazione della Lega non ammetterà altri casi Matera o Pro Piacenza. Di conseguenza, si resterà vigili sui fatti di casa biancoverde.
Ma stando alle ultime e in attesa di ricevere l’ok dai controllori nominati dal tribunale, Sidigas sta gettando le basi per ripartire la prossima settimana. Si punta a radunare quanti più giovani calciatori della Juniores dello scorso anno, che proprio Giovanni Bucaro avrebbe suggerito di contattare in attesa della sua conferma ufficiale. Al suo fianco con ogni probabilità il direttore sportivo Carlo Musa che chiamerebbe a corte i vari Morero, Matute, Gerbaudo e Capitanio.
Tutto ciò in un clima di diffidenza generale alimentato dalla contestazione. La scorsa notte sono stati esposti altri striscioni all’indirizzo della proprietà. Un malcontento senza tregua che nemmeno l’inizio della stagione sportiva con i primi allenamenti e le prime operazioni di mercato low cost placheranno. Un passaggio di consegne muterebbe l’umore del tifo, ma il momento di forte criticità a livello sportivo-organizzativo impone la sopravvivenza con i mezzi dell’attuale proprietà.