Continua il sit-in e si acuisce la protesta. Cominciano ad essere più caldi del solito i toni del presidio che i lavoratori di ‘Progetto Verde’ hanno inscenato all’ingresso di Palazzo Caracciolo. Non più solo parole perché tante ce ne sono state e sembrano non aver prodotto i risultati sperati. Ora si è passati alle maniere forti. Tra proteste e parole non sono mancati infatti attimi di tensione, ammorbiditi dalla presenza di chi, nonostante la pressione, è riuscito a mantenere il controllo. Sventolando bandiere del proprio sindacato, i lavoratori non accennano a tacere ma continuano a gridare una rabbia che giorno dopo giorno diventa sempre più dura. E nella protesta anche il paradosso, come evidenzia uno dei componenti del gruppo, non indifferente al fatto che “…mentre sopra si discute di sviluppo e occupazione qui sotto ci sono persone che protestano perché gli è stato tolto il lavoro”. Chiaro il riferimento al tavolo tecnico con l’assessore regionale Andrea Cozzolino. Ma soprattutto chiaro l’astio nei confronti della presidente della Provincia Alberta De Simone. “La vicenda è stata sottovalutata. A giugno c’è stata un’intesa verbale: ci avevano assicurato che nessuno ci avrebbe ‘toccato’, eravamo in una botte di ferro. Oggi stiamo guardando i risultati di quelle garanzie”. Poi l’ironia della sorte: “Eravamo degli impiegati statali ed è stato proprio lo Stato a metterci in mezzo ad una strada contravvenendo ad uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione che garantisce, per ogni cittadino, il diritto al lavoro”. Il bilancio è critico: 10 famiglie in strada e la perdita di 12 anni di anzianità. “Dobbiamo ricominciare tutto daccapo”.
Redazione Irpinia
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