Il dibattito intorno al Piano di Zona approda in Consiglio comunale. Il nodo da sciogliere riguarda il regolamento dell’ambito territoriale sociale A04 che si occuperà della gestione dei servizi sociali di Avellino e di altri 15 comuni della provincia, da presentare alla Regione entro il 15 settembre.
Come era prevedibile, in aula, braccio di ferro tra opposizione e maggioranza, da una lato Costantino Preziosi che boccia il modello di convenzione proposto dall’esecutivo di Foti, dall’altra Stefano La Verde che respinge il modello del Consorzio. Secondo una personale interpretazione del capogruppo di La Svolta Inizia da te, al momento, il Comune di Avellino risulta essere capofila grazie ad un verbale “strano” del 20 dicembre 2012, i cui contenuti sono stati contestati dai sindaci del vecchio ambito A4, inoltre l’individuazione di un Comune capofila presuppone la scelta della Convenzione quale forma giuridica di gestione associata, il cui schema deve essere necessariamente approvato in Consiglio comunale, mentre i comuni soci del consorzio non hanno ancora individuato la convenzione quale forma giuridica per la gestione associata dei servizi sociali, anzi ben 12 consigli su 15 hanno confermato il Consorzio A4 quale forma di gestione associata dei servizi comunali. A fronte di tutto ciò Preziosi ha chiesto il rinvio della discussione, per evitare possibili nuovi ricorsi al Tar, di cui lo stesso consigliere si è reso protagonista poco tempo addietro. “Non siamo in grado di scegliere tra la convenzione e l’adesione – spiega Preziosi – perché come al solito siamo stati convocati senza una confronto. Nonostante il termine per presentare il programma sia il 15 settembre, questa è la prima seduta in cui ci riuniamo per approvare il regolamento. Nessuno può prendersi la responsabilità di far scivolare nelle sabbie mobili il Piano di zona, perché per il prossimo triennio sono previsti 14 milioni di euro e se si perde questo treno qualcuno deve assumersene la responsabilità”.
Il clima di sfiducia provocato da Preziosi ha innescato la pronta risposta di Ida Grella, che finalmente si appropria del ruolo che le compete, capogruppo di maggioranza e sale in cattedra: “Aderire al Consorzio significava avvallare l’adesione ad un debito di un milione duecento mila euro, la convenzione invece permette di garantire il servizio alle persone. Il nostro scopo è di non disperdere le risorse e dal momento che rivendichiamo la funzione di comune capofila il nostro compito è gestirle senza sprechi, usufruendo delle potenzialità di cui disponiamo e che sino ad ora non sono state valorizzate. La storia cambia – conclude”.
A ribadire le parole della preside ci pensa l’assessore La Verde “Lo schema di convenzione avvierà un nuovo ciclo dei servizi sociali in grado di dare risposte concrete alle fasce più deboli. Il Comune di Avellino – ha proseguito La Verde – nel seguire alla lettera la normativa regionale ha tutte le caratteristiche per ricoprire il ruolo di Comune Capofila ed è in grado di raggiungere l’obiettivo prefissato ovvero offrire ai cittadini disagiati servizi efficienti e di qualità”. Il vicesindaco ha poi tranquillizzato i 22 operatori dei servizi, il cui contratto di lavoro giungerà a scadenza il 31 ottobre. “Non c’è alcuna intenzione di tagliare posti di lavoro, né di procedere a spartizioni di poltrone. Mi dispiace che qualcuno possa addebitare i tagli al Comune di Avellino, ma è stata la Regione a stabilire il termine improrogabile dei rapporti di lavoro. Farò di tutto, attraverso tavoli di concertazione, per risolvere questa questione”.
Finalità queste che hanno trovato la condivisione oltreché della maggioranza, anche dei consiglieri d’opposizione Mafalda Galluccio, Carmine Montanile e Virgilio Cicalese.
(di Rosa Iandiorio)
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