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Avellino – Ordinanza ‘no alcool’, la nota di Carmine Guarino

Avellino – “Da una giunta che, per quanto a me lontana da un punto di vista politico, dovrebbe rivestire i panni di un’amministrazione progressista, mi sarei aspettato interventi di tutt’altro tipo”. Carmine Guarino, candidato al consiglio comunale nella lista ‘Per Cambiare Avellino’, con Giancarlo Giordano candidato sindaco, interviene sulla nuova ordinanza varata dall’amministrazione Foti, che vieta la vendita di bevande alcoliche in occasione di impegni casalinghi dell’Avellino calcio.

“Su Avellino si sta abbattendo il proibizionismo. Non è esagerato e non è una provocazione, ma pensare che per far tornare Avellino una città decorosa sia necessario amministrare a colpi di divieti e proibizioni è quanto di più lontano da un ideale progressista e quanto di più lontano dalla realtà – denuncia Guarino – Quando i più piccoli problemi si pensa possano essere risolti con mezzi che non soltanto non sono lungimiranti, ma sono assolutamente inefficaci, si dimostra l’incapacità e l’inefficienza nell’amministrare. Parlare di proibizionismo non è un’iperbole perché nel momento in cui si impone il divieto di usare un pallone senza dare un’alternativa adeguata, si vieta la musica senza predisporre luoghi pubblici in cui si faccia cultura e arte, quando infine si proibisce, ancora una volta con il vessillo dell’ordine pubblico, agli esercenti commerciali di poter somministrare bevande alcoliche in conformità ad una direttiva che tutt’altro dice sull’argomento e su tali divieti, vuol dire essere incapaci di leggere il momento storico, la città e chi la vive. Perché – prosegue Guarino – a prescindere dalle considerazioni di principio e di carattere ideale, questo tipo di interventi sono assolutamente anti economici. E in un momento del genere data l’attuale congiuntura, tutto mi sarei aspettato dalla nuova classe dirigente tranne che, anziché predisporre quelli che sono i necessari antidoti alla crisi, si pongano in essere ordinanze che sono destinate a far sprofondare questa città e il suo commercio ancora più a fondo. Per quanto mi è possibile esprimo la mia profonda solidarietà nei confronti di quegli esercizi commerciali che sono stati colpiti dall’ultima, quanto meno singolare, ordinanza che non è soltanto un’aberrazione dal punto di vista giuridico e pone in essere delle discriminazioni profonde tra i vari esercenti, ma mina alla base la sopravvivenza del commercio e dell’economia avellinese. A Foti voglio dare un consiglio: i divieti e le proibizioni, in qualsiasi settore, devono essere la conseguenza di interventi programmatici alternativi. Un’amministrazione intelligente interviene prima garantendo soluzioni in un programma a lungo termine e poi, in ultima ratio, con eventuali divieti. Finora abbiamo assistito ad una cura inversa che a mio parere aggrava il malato ma non lo guarisce. Decoro per noi significa avere una città vivibile e a misura d’uomo”.

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