Un gradito ritorno in città per il maestro Ettore de Conciliis per raccontare una delle sue opere più celebri: il “Murale della Pace” realizzato all’indomani del Concilio Vaticano II. Punto di partenza del confronto, in programma l’11 dicembre, alle 17.30, presso l’ex Carcere Borbonico di Avellino, sarà il libro di Maurizio Marini e Marco Falciano, “Il murale della pace” che ricostruisce la storia di un dipinto realizzato nel 1965, ma solo da qualche anno restaurato e restituito al suo splendore. L’incontro si terrà alla presenza del giornalista del “Il Mattino” Generoso Picone, del parroco della chiesa di San Francesco don Luigi Di Blasi, del parroco di Cesinali don Ferdinando Renzulli e del sovrintendente Bsae di Salerno e Avellino Giuseppe Muollo. Falciano e Marino ricostruiscono nella monografia il coro discordante di entusiastici consensi e aspre critiche che seguirono alla realizzazione dell’opera giudicata da tanti provocatoria per la scelta di collocare l’uno al fianco dell’altro personaggi così antitetici come San Francesco e Pier Paolo Pasolini o comunque figure apparentemente lontane della cristianità. Il murale, conservato nella chiesa di San Francesco a Borgo Ferrovia, rimase danneggiato durante il terremoto del 1980 e a lungo dimenticato. Nel 1999 il restauro che i due autori ripercorrono nei dettagli. Un intervento curato dall’equipe Decores di Roma diretta da Nazzareno Gabrielli, responsabile dei Gabinetti di ricerche scientifiche dei Musei Vaticani, e realizzato grazie al sostegno del Comune e della Provincia di Avellino col prezioso contributo dei benefattori della Comunità della chiesa di San Francesco di Assisi. Un volume, certamente impreziosito da un’ampia documentazione fotografica sul murale e da un’esauriente bibliografia ragionata, con due preziosi saggi curati dagli storici dell’arte Maurizio Marini e Marco Falciano. E sono proprio le immagini a sottolineare ciò che scriveva la critica Marina Pizziolo dell’opera: “Per la prima volta in un luogo di culto la pace viene celebrata dipingendo anche gli spettri della guerra: bombardamenti, uomini impiccati, morti. Mentre tra la folla in marcia si riconoscono i volti di intellettuali e politici del tempo, da Picasso a Pasolini, da Cesare Pavese a Betrand Russel o John F. Kennedy, cui fa da contrappunto l’avanzata dei braccianti, a ricordare che non c’è pace se non c’è giustizia. De Conciliis dà prova di saper dominare questo complesso impianto narrativo, raggiungendo un efficace equilibrio estetico attraverso una stesura quasi monocroma, che ha il suo punto di forza nella trama vibrante di un disegno che assegna alle immagini l’evidenza di un drammatico realismo”. Non è un caso che, a seguito delle polemiche, de Conciliis sarà ricevuto da Papa Paolo VI in udienza privata, a testimoniare l’interesse personale di papa Montini per l’arte contemporanea. L‘incontro dedicato al volume di Falciano e Marini vuole essere non soltanto un omaggio al maestro de Conciliis ma anche il tentativo di interrogarsi sull’attualità del messaggio di pace racchiuso nel dipinto, che ha conservato intatta la propria bellezza e sul rapporto tra arte e territorio. Intanto, è il critico d’arte Modestino Romagnoli a sollevare ancora una volta l’attenzione sul caso di una tela dello stesso de Conciliis, “La crocifissione”, la cui sorte appare oggi avvolta dal mistero. Malgrado i pareri positivi della Provincia e della Sovrintendenza non è stato ancora possibile verificare la presenza o meno della tela dipinta dall’artista avellinese nei primi anni ‘60, scomparsa sotto l’intonaco della parete della Chiesa delle Oblate, come aveva denunciato Aldo Vella tra le pagine di “Irpinia Nuova “ il 17 marzo 1963. Di qui l’invito rivolto alla Curia e al rettore della Chiesa ad effettuare al più presto i saggi, con l’obiettivo di salvaguardare l’opera d’arte di un artista, oggi di fama internazionale.
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