Avellino – Mps: “Sinistra rialzati e cammina”

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Avellino – Tra le varie crisi che stanno attanagliando il paese risalta quella che da tempo ormai ha investito la Sinistra ed il Centro-sinistra. Una crisi resa ancora più evidente dopo i risultati elettorali in Abruzzo e Sardegna.
Ma l’Mps lancia il suo monito: “Non bisogna commettere l’errore di individuare capri espiatori al solo scopo di sottrarsi alle proprie responsabilità”.
Più volte il Prc ha illustrato quali fossero le difficoltà della sinistra radicale, da cosa fosse dipesa la disfatta elettorale alle ultime politiche che aveva determinato un fatto di rilevanza storico-politico senza precedenti nella storia politica italiana: la scomparsa di una rappresentanza parlamentare.
“Ciò ha costituito certamente uno svuotamento delle dinamiche delle relazioni tra le forze politiche ed uno squilibrio nei rapporti di forza che caratterizzano le vicende parlamentari e tutto ciò che ne consegue in termini di scelte politiche importanti per il paese.
La sconfitta di Soru e le dimissioni di Veltroni aprono uno squarcio e contemporaneamente offrono l’effettiva possibilità di analizzare i motivi della sconfitta con ponderazione e forza. Un processo di analisi e di critica necessario in un momento in cui si rischia di consegnare definitivamente l’Italia alla Destra berlusconiana e leghista.
Dicevamo di Veltroni e della sua ostinazione all’autosufficienza. Mai strategia fu più sbagliata. Oggi se ne pagano le conseguenze. Altro che voto utile: utile solo ad allargare il consenso per il Silvio nazionale.
Inutile sottolineare che siamo esposti ad un vento antidemocratico come non accadeva da prima della Guerra. Quando affermiamo ciò non siamo certamente visionari, siamo consapevoli della deriva in cui è caduta l’Italia e che tutta una serie di provvedimenti che vanno dal Lodo Alfano fino al pacchetto Sicurezza tracciano un percorso agevole per chi come Berlusconi cerca potere attraverso il potere. Un percorso senza ostacoli perchè gli ostacoli sono saltati, o meglio sono stati fatti ‘brillare’ nel nome del bipolarismo. Ostacoli che si sarebbero dovuti chiamare ‘Opposizione’.
Ora è il turno di Franceschini che dalle prime battute non sembra volersi discostare dalla linea tracciata dal suo predecessore, nelle intenzioni sembrerebbe optare per una via più ‘solenne’, cominciando col giurare sulla Costituzione.
É chiaro a tutti oramai che il PD in piena crisi non gode più di autosufficienza, da solo non riuscirebbe a competere col centro-destra di Berlusconi nemmeno se il Presidente ‘operaio’ saltasse un giro.
Il PD è ad una svolta, incastrato com’è tra le spinte centriste di Rutelli e le nostalgie mancine di D’Alema. La base comincia ad alzare la voce, pretende da subito le primarie (negate), chiede discontinuità e riceve come tutta risposta una scelta oligarchica che è poi il copia-incolla della precedente e brevissima esperienza.
Il PD ha oggi una grandissima responsabilità: riportare la politica italiana al giusto livello di democrazia risolvendo le sue contraddizioni interne e cominciando a fare per davvero opposizione allo strapotere delle Destre, guardando a sinistra, verso quel popolo smarrito che non vuole abituarsi a questo stato di cose ma vuole incidere sulle scelte del governo”.

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