L’Avellino si mangia le mani: è la capolista del girone di ritorno

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di Claudio De Vito – Continuità di risultati e miglioramenti sul piano del gioco. L’Avellino che ha liquidato la pratica Aprilia con un gol per tempo ha vinto e anche convinto, complici anche i tanti spazi concessi da un avversario comunque di valore. I numeri adesso sono dalla parte dei biancoverdi e da qui nasce l’eventuale rammarico in caso di mancata vittoria del torneo, concetto espresso a chiare lettere da Giovanni Bucaro nel post-partita.

E in effetti l’Avellino nel girone di ritorno ha lo stesso rendimento della capolista Lanusei, ovvero trentuno punti  (ventiquattro ne ha il Trastevere che ha perso terreno) su trentanove disponibili, frutto di dieci vittorie e un pareggio, a Colleferro contro l’Anagni. Gli scivoloni di Cassino e Sassari contro il Latte Dolce però pesano come macigni per una squadra ripartita con l’handicap dopo il giro di boa. Insomma rendimento eccellente sì, ma non quanto basta per colmare il gap nato nel girone d’andata.

Il dato pertanto conforta fino a un certo punto. E’ evidente che l’Avellino non può fare più di ciò che sta dimostrando con quattro successi di fila e sette nelle ultime otto gare. Numeri da capolista, ma del girone di ritorno. Il Lanusei, che ha steccato a Cassino e proprio contro i lupi (oltre a pareggiare a Latina), ha nel complesso avuto la continuità necessaria lontano da casa.

I lupi continuano a sperare sulla scia dell’entusiasmo generato dai risultati. Sette punti da recuperare in sei partite: l’impresa resta titanica in uno scenario sospeso tra due proiezioni. Da un lato infatti c’è la volontà del massimo sforzo in ottica primato, dall’altro invece la prospettiva dei playoff che condurrebbe unicamente all’ammissione in C. Ad oggi l’unico primato, quello riguardante il girone di ritorno, è utile soltanto per le statistiche. Ed è un primato amaro che accresce i rimpianti e la voglia di mangiarsi le mani.