Avellino – Inaugurazione ‘Ex Ina’, Sgarbi: “L’architettura dell’orrore”

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Nessuna critica, ma un’analisi artistica, in pieno stile Sgarbi. L’inaugurazione del ‘chiacchierato” Palazzo Ercolino entrerà comunque nella storia della città perché tenuto a battesimo da uno dei più eminenti critici d’arte italiani: Vittorio Sgarbi. Otto piani. Seimila metri quadri di superficie. 2500 dei quali destinati a box auto. 45 appartamenti realizzati, 14 uffici. Il gigante di marmo non ha mai smesso di far parlare di sé. E, dopo che il vento si è reso inconsapevolmente protagonista scoprendo prima del tempo l’opera, i pro e i contro si sono accentuati ancora di più. Il parlamentare italiano, che non è arrivato in città impreparato (l’imprenditore Ercolino gli ha spedito un dossier completo sulla struttura) ha effettuato un’analisi dettagliata del pregio artistico dello stabile che, pur non in linea con lo stile classico che primeggia nella zona, si rifà ad un genere di stampo moderno con evidenti richiami alla tradizione. All’interno del palazzo sono stati collocati il quadro dell’ex Ina risalente al 1951 e alcune opere scultoree di valore. Il taglio del nastro era previsto per le 19 ma come avviene spesso quando ad essere padrino è un’autorità è avvenuto con trenta minuti di ritardo. Ad attenderlo un bagno di folla, tra la quale molte donne che lo hanno letteralmente assalito solo per riuscire a rubargli un bacio. Al suo fianco Enzo Ercolino e la capostipite della famiglia di costruttori, la signora Amalia: ad inaugurazione fatta, Sgarbi è stato accompagnato nella “visita guidata” nella struttura di “Palazzo Ercolino”. Ai microfoni dei giornalisti, con il suo charme, non ha risparmiato battute al vetriolo “…purtroppo Avellino come Milano è un luogo dell’orrore. L’architettura degli edifici è il frutto di uno Stato che non ha potere. Non ci sono regole. C’è anarchia. Il tutto è la dimostrazione di come si va contro la memoria storica. Dal 1948 ad oggi prevale la mano criminale, che sia chiaro non della camorra, della n’drangheta, della mafia. Ma la mano criminale di architetti deviati ed amministratori incapaci di programmare ed ecco (mentre indica i palazzi che circondano il Palazzo Ercolino) la devastazione”. Vittorio Sgarbi, confermando il suo stile di dire sempre e comunque quello che pensa, non ha risparmiato “bacchettate” al Presidente Berlusconi “…fino ad oggi ha seguito la linea dei suoi predecessori. Così come la Democrazia Cristiana, che pure ha dato il suo tocco, la sua idea di appartenenza all’architettura anche devastando i più famosi centri storici oggi ricchi di cemento e di poca storia, Berlusconi non ha fatto e non farà nulla per caratterizzare la sua era, per lasciare il suo marchio”. Insomma, Sgarbi, che non si è pronunciato apertamente su Palazzo Ercolino ha chiaramente dichiarato di aver testato, girando per pochi minuti per la città di Avellino, della devastazione architettonica “…Avellino è stata anche la vittima di quel perverso stile del fascismo”. Dopo la benedizione di Don Mario Famiglietti, la signora Amalia Ercolino, sorella dell’imprenditore, ha proceduto con il taglio del nastro. A seguire la relazione dell’architetto, Orazio De Cola, e l’intervento dell’assessore Giancarlo Giordano, in rappresentanza dell’amministrazione comunale. Nel corso della serata è stato distribuito il volume dedicato alla storia di piazza Libertà redatto da Rita Ercolino, figlia del costruttore, e dallo storico Andrea Massaro e si è ufficializzata l’intitolazione della galleria ‘San Francesco’ che congiunge piazza Libertà a via Cascino.

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