Avellino – Una scoperta che verrà sicuramente scritta tra le pagine della storia cittadina. Viene alla luce la sorgente “Occhio di mare”, per alcuni oasi solo leggendaria annoverata dalla memoria di qualche avellinese. Il ritrovamento è stato effettuato durante i lavori per la realizzazione del viadotto sul Fenestrelle. Protestano gli ambientalisti e i rappresentanti di categoria: “ Lo avevamo denunciato da tempo. – dicono – E’ la prova che l’opera è uno scempio ambientale e storico che finirà per cancellare il vero assetto territoriale della nostra città”. L’ “Occhio di mare” è contornato da una vecchia parete tufacea ad angolo, su un lato della parete è presente l’ingresso di un cunicolo, un condotto che captava le acque della sorgente per incanalarlo in un sistema di altri condotti che necessita di verifiche e studi competenti. Al primo impatto appare una complessa opera di ingegneria idraulica con tecniche di costruzioni molto simili a quelle usate dai fenici e dai romani. Certamente una scoperta sensazionale che arricchisce notevolmente il patrimonio storico culturale della Valle del Fenestrelle e dei Comuni attraversati dal corso d’acqua. Sicuramente scenderanno in campo anche il Wwf e il Comitato della Valle dei Mulini che hanno promesso di attivarsi per la scrittura di un nuovo capitolo della “riscoperta di antichi tesori di Avellino”. ed intanto l’assessore ai Lavori Pubblici, Ivo Capone, precisa: “La bretella non è assolutamente uno scempio ambientale. Sarà un intervento che tutelerà l’intera Valle del Fenestrelle”.
Redazione Irpinia
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