Avellino, fasce al potere con Visconti-Regoli: chi l’avrebbe detto?

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Se l’Avellino ha qualcosa di cui rallegrarsi dopo il balbettante avvio di stagione, lo deve senza dubbio alla fasce che, nei primi 180’ del girone di ritorno, si sono imposte con propositi più decisi rispetto all’andata. Il merito è di elementi giunti in punta di piedi alla corte di Rastelli, ma che alla lunga sono diventati protagonisti imprescindibili per il gioco del tecnico di Torre del Greco. Il passo è stato tutt’altro che breve per Pietro Visconti e Paolo Regoli – i due unici positivi sabato scorso nella debacle con il Cittadella – fermati spesso da infortuni che ne hanno frenato l’affermazione nella cadetteria. Ora invece fanno la voce grossa dannandosi sulle rispettive corsie tra una mano tesa alla retroguardia ed un rifornimento per i compagni del reparto offensivo.

Il laterale piacentino giunto in Irpinia dalla Cremonese, nei gerarchie estive, sarebbe dovuto essere l’alternativa ad Antonio Zito, ma strada facendo ha convinto il suo allenatore a concedergli una fiducia incondizionata. Così, vuoi per la disciplina nella fase difensiva sulla linea dei centrocampisti nel 3-5-2 e su quella dei difensori nel 4-3-1-2, vuoi per il preciso calcio dal fondo alla ricerca degli attaccanti, Visconti è diventato il titolare della fascia mancina. Neanche tre stop fisici (guai muscolari a fine settembre e il doppio infortunio alla spalla tra novembre e dicembre) hanno minato l’ascesa dell’esterno classe ’89.

Lo ha ringraziato, oltre Comi e Castaldo, anche il collega della fascia opposta ex Pontedera, che sabato con il Cittadella ha illuso i tifosi biancoverdi con un inserimento puntuale per il bis realizzativo. E’ l’unico marcatore del post giro di boa della squadra irpina ma, gol a parte, ha preso confidenza con il cross e con la spinta sul lato destro dell’assetto rastelliano. Con buona pace di Almici, è lui il vero acquisto sull’esterno dopo una prima parte di stagione trascorsa più in infermeria che in campo (il flessore ha ceduto prima a Frosinone e poi a Modena). Gli manca ancora un po’ di lucidità nella copertura, ma con un perfezionista del settore come Rastelli non può che crescere.

(di Claudio De Vito)

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