Avellino – Domani il giorno del Puc

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Avellino – Incontri, dubbi, polemiche, rimostranze, perplessità… una bufera lasciata al passato: domani il Puc approda in Giunta. Il nuovo Piano Urbanistico redatto dal prof. Cagnardi conclude il suo iter, peraltro farraginoso, lasciando l’ultima parola all’Esecutivo di Piazza del Popolo. Una giornata fatidica, dunque, che in un modo o nell’altro darà merito all’impegno e all’assiduità mostrata dall’assessore all’Urbanistica Antonello Rotondi che non si è certamente risparmiato in un lavoro da cui dipendono le sorti future della città capoluogo. Un documento, sottoposto all’attenzione di tutte le categorie cittadine, nessuna esclusa, divenuto ormai il vero protagonista della vita amministrativa che tra crisi e chiarimenti ha atteso l’8 ottobre con una certa trepidazione. Se l’esito delle querelle ha avuto il potere di lasciare qualcuno indifferente, lo stesso non può dirsi del documento nel quale riposa, ancora precario, il futuro della città. Ed è storia, ormai, come il nuovo Piano non abbia propriamente convinto. Almeno non tutti. I più soddisfatti, almeno per il momento e non senza il cosiddetto ‘ritorno’, sarebbero i costruttori. Fattore che, almeno a detta di qualcuno, potrebbe essere indicativo di un’aura di ‘speculazione’ che ruoterebbe intorno al nuovo documento. Ipotesi a parte, per altri versi sono i fatti a parlare. Questa mattina, infatti, l’ultimo incontro, quello con l’opposizione, non ha rivelato nulla di nuovo, a parte “…la cortese gentilezza dell’assessore Antonello Rotondi” che, a prescindere dai risultati, ha mostrato un impegno indubbiamente costante. Ma non a tutti basta. “La città giardino si trasformerà nella città cemento”. Queste le conclusioni tratte dal consigliere di Libera Città Antonio Gengaro: parole che sventano ogni dubbio sull’esito del summit giornaliero. L’approfondimento operato dai consiglieri di minoranza non è servito, infatti, a spianare le perplessità sul nuovo Piano ma ha arricchito i dubbi di occhi vigili e severi. A non convincere sono stati soprattutto “… i motivi ispiratori del Puc. Le modifiche, infatti, sembrano ispirate più ad una mediazione di interessi che all’effettiva soluzione dei problemi della città”. Solo due, infatti, le soluzioni che hanno guadagnato il favore dell’opposizione: la modifica alla viabilità e la diminuzione dell’altezza delle torri. Per il resto, a quanto sembra, solo contrarietà. Non manca Gengaro di rimarcare le motivazioni che determinano il dissenso. “Tribunale a Valle: un folle decentramento di funzioni che alimenterà ulteriormente il problema traffico. Viadotto in via Speranza: una mega opera in una zona franosa che difficilmente riuscirà ad essere funzionale al ruolo preposto. Diritti edificatori: una forte sperequazione, in particolare sul Q9, dettata più da interessi che da ragionamenti razionali. E come se non bastasse sperequazioni anche nel centro della città dove sembrano emergere ingiustificate ostentazioni del progettista piuttosto che criteri edificatori studiati”. Ma a torto o a ragione il Piano è pronto e domani passerà al vaglio della Giunta. Resta solo da svelare un ultimo arcano: quello relativo alle posizioni assunte dall’Udeur, anch’esso dubbioso, almeno stando ai segnali lanciati passato, rispetto alle modifiche previste nel nuovo Puc. Ma a questo punto è solo una questione di ore: da domani niente più nubi sul futuro di Avellino. (Manuela Di Pietro)

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