Avellino deve tornare a votare: ecco il perchè in 5 punti

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Pasquale Manganiello – Avellino deve tornare al voto. La data del 24 Febbraio è l’ultima utile per evitare altri 18 mesi stantii, sulla falsariga di quanto accaduto finora: litigi, richieste sotto banco, consiglieri allo sbando, pressioni costanti di questo o quel riferimento ed un sindaco che deve accontentare e scontentare tutti nello stesso momento contraddicendo, con grande forza di volontà, persino se stesso.

Tutti o quasi tutti beneficerebbero delle Comunali anticipate. Ecco il quadro generale in 5 punti:

1 – Il primo a trarre effetti positivi dal voto in Primavera sarebbe lo stesso Paolo Foti. In particolare ne beneficerebbe la sua salute. Un altro anno vissuto alla stregua dei precedenti varrebbe 4 anni di vita in meno. Sindaco ma chi glielo fa fare? Si riposi, si rilassi, con tutti i faticosi rimpasti che ha fatto avrebbe costruito un grattacielo, si è beccato più insulti di Gasparri, ha incassato cazzotti da far invidia a Jack La Motta, ha curato più mal di pancia di 10 scatolette di Imodium. Si goda la pensione, interfacciando la politica da opinionista, guardi il suo successore tagliare i nastri dei cantieri prendendosene il merito. In fondo, come dice Marcellus Wallace a Butch Coolidge in Pulp Fiction: “L’orgoglio non aiuta, mai. Supera certe cagate.”

2 – Il Partito Democratico trarrebbe giovamento dal voto in Primavera per due ragioni.

La prima riguarda i numeri. Il Pd è ai minimi storici in città. Un altro anno di questa Amministrazione lo escluderebbe da qualsiasi gioco per tornare a governare. Ma c’è un passaggio fondamentale a Marzo che potrebbe motivare le fila e ridare slancio ai riferimenti cittadini e provinciali: il congresso. L’entusiasmo per l’elezione del nuovo segretario, la sensazione di “nuovo che avanza” che accompagna ogni cambiamento all’interno di un Partito che è, nonostante tutte le criticità, riferimento sul territorio, potrebbe dare impulso vitale ad una candidatura “azzeccata”. Insomma, è risaputo: i cittadini dimenticano in fretta se vedono una prospettiva che ispira fiducia.

La seconda motivazione riguarda il Movimento Cinquestelle. I grillini vinceranno a mani basse le Regionali in Sicilia e conquisteranno altre città importanti. Più la Raggi ne combina (e ne ha combinate più di Bertoldo), più crescono nei consensi. Ad Avellino i pentastellati, rappresentati al momento dal solo Carlo Sibilia, prima o poi cresceranno. Al momento non esiste classe dirigente credibile perchè non esiste proprio la classe dirigente. Concedere un altro anno a Sibilia per organizzare e costruire una squadra, per trovare un candidato di livello tra le tante professionalità libere da istanze partitiche, equivarrebbe a consegnare Avellino ai grillini. E dal punto di vista del Pd non è una buona cosa.

3 – Cinque sono le frasi insensate che quotidianamente bombardano i nostri ausili uditivi. “Le faremo sapere”. “Ci vuole senso di responsabilità”. “E’ nell’interesse dei cittadini”. “Non è vero che sono stati dati soldi alle banche”. La quinta è “faremo opposizione costruttiva”. L’opposizione costruttiva ha lo stesso senso di un congelatore in Siberia. Chi fa opposizione non fa altro che cercare di mandare a casa il sindaco in questione. E fa bene. Lo scivolone settembrino di Dino Preziosi, quando di fatto, sicuramente in buona fede, sostenne Foti e tutta la baracca con una scelta incomprensibile, potrà andare definitivamente nel dimenticatoio solo se Foti cadrà, momento in cui Giordano, Arace e Bilotta esulteranno a ragione.

4 – I consiglieri di maggioranza. Andare al voto dopo aver sostenuto Foti fino in fondo è un conto. Andare al voto dopo aver fatto cadere Foti è un altro conto. Sempre pescando da Pulp Fiction, Vincent dice: “Conosci quella filosofia secondo cui quando un uomo ammette di avere sbagliato gli vengono immediatamente perdonati tutti i suoi errori?” Ecco, potrebbe valere per il Consiglio Comunale di Avellino.

5 – Gianluca Festa sarà il nuovo sindaco di Avellino ed il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico. Già consigliere provinciale, ha le mani in pasta in Regione e prepara la candidatura alle prossime elezioni politiche. Brama l’Europa. Sfiderà Trump tra 4 anni dopo aver preso la cittadinanza americana e aver giocato nei Lakers.