Avellino – Debutta LeD: l’associazione nata dal gruppo lettiano del Partito Democratico. Una nuova agorà politica che vuole abbracciare, non solo idealmente, la società civile e renderla partecipe di ciò che avviene all’interno del partito. “In città c’è voglia di politica – ha affermato Francesco Todisco inaugurando gli interventi – ed il Pd non può lasciarsi sfuggire questa grande opportunità. Qualcuno ha cercato di rovinare la nascita di questa associazione, ma è chiaro che non è riuscito nell’intento. Dal congresso sono emerse decisioni illogiche. Una segreteria, in Irpinia, di 60 persone sono il riflesso di un organismo nelle mani di pochi. Il Pd provinciale è segnato dall’immobilismo e la prova evidente è la non convocazione della stessa segreteria, la mancanza di un segretario cittadino a pochi mesi dalle amministrative. È assurdo, ma da questa indignazione dobbiamo risalire la china. Il Partito Democratico irpino non ha un leader e questo perché non c’è un soggetto che lavora più degli altri, che fatica per mantenere unito il gruppo. Io credo che coloro che si sentono leader sono quelli che al momento stanno seminando discordia e pettegolezzo. Mi spiace, ma io non mi riconosco in queste persone. Ad Avellino deve essere posta la parola fine al governo delle mediocri oligarchie e LeD si pone lo scopo di non essere un nuovo confine all’interno del partito, ma farsi promotore di passioni, conoscenze e meriti dei lettiani e dei giovani. Insieme all’associazione 360 saremo alternativa al sistema aberrante di centrodestra”. Al tavolo, con Todisco, anche Michele Marzullo, presidente di 360 Avellino, Eugenio Mazzarella ed Umberto Ranieri, deputati del Pd. Nella gremita biblioteca del Convitto Nazionale “Colletta” molti curiosi, ma anche esponenti del mondo politico provinciale tra cui: Carmine Russo, Gerardo Adiglietti, Sergio Barbaro, Antonio Gengaro, Rosanna Rebulla, l’attuale e l’ex capigruppo del Pd in seno al Consiglio comunale avellinese, Lello De Stefano, rappresentanti del mondo sindacale. La parola è poi passata a Michele Marzullo: “Il dialogo è segno di civiltà si interrompe quando si parla di interessi particolari e non generali”. Con le parole di Sandro Pertini, il presidente di 360 Avellino ha lanciato un chiaro messaggio: avere rispetto. “360 – ha continuato – vuole essere quella svolta vincente per battere le destre. Il Pd deve, in questo senso, aprirsi alla popolazione non politicizzata, ma soprattutto aprirsi ai giovani, ormai disincantati dalle chiacchiere inutili. Basta alle nomine politiche affidate per simpatia a persone incompetenti. Non è questa la politica. Ed è per questo che oggi siamo qui, per rappresentare l’area lettiana e dare nuova linfa a questo partito”. Un lunga analisi politica è stata compiuta da Eugenio Mazzarella, deputato Pd. “Dobbiamo ammettere – ha esordito – che in Parlamento siamo quelli delle tante emergenze, siamo il problema e lo siamo anche per il Partito Democratico nazionale. Dobbiamo guadagnare credibilità e applicare quel binomio vincente di moralità ed efficienza politica. Il collasso etico di questi giorni ha portato al collasso finanziario mondiale. Il Pd non deve dar conto solo alle anime dei Ds e della Margherita, ma ha il dovere di convocare il terzo escluso, ovvero la società civile. Rendiamo questa realtà un partito scalabile dando voce alle vere vocazioni politiche. Non abbiamo bisogno di un partito con muscoli anabolizzati. C’è un proverbio napoletano che dice ‘Fattell’ con chi è meglje ‘e te e facc ‘e spese’. Il Pd non ha paura dei grandi e dei più forti, ecco perché è aperto ad accogliere tutti gli inviti”. Le conclusioni sono state affidate ad Umberto Ranieri che ha unito le esperienze di LeD e 360. “Le risposte ai problemi non sono da trovare nella militanza dei partiti, ma nelle associazioni che hanno un ruolo ben preciso: analizzare e discutere di quelle problematiche che i ‘grandi’ fanno distrattamente. LeD è un luogo per ricercare e confrontare i diversi punti di vista non più distanti, ma convergenti in un’unica direzione”. (di Marianna Marrazzo)
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