Oltre il danno la beffa per gli operai nostrani che da luglio non hanno neanche alcun riferimento istituzionale a cui appigliarsi a causa del commissariamento dell’Ente Provincia. Tra licenziati, messi in mobilità ed in CigS arriviamo, secondo i dati Ires Campania ad un totale di 4.375 addetti destinati ad uscire dal mondo del lavoro, pari al 3% degli occupati dell’intero territorio provinciale. Il rapporto Ires ci lascia un altro dato allarmante, quello relativo alle procedure fallimentari registrate presso la Camera di Commercio di Avellino: il numero dei fallimenti varia dai 65 del 2007 ai 184 registrati nel 2008, con un incremento pari al 183, 1% il secondo (ndr. dopo quello di Napoli) più alto della Campania. Alla crisi attuale contribuiscono anche i gap storici della provincia: una strutturale tendenza all’invecchiamento della popolazione, l’esodo dei giovani per motivi di studio e di lavoro, la frammentazione in numerosi piccoli comuni: nell’arco di soli venti anni la popolazione irpina si è ridotta di circa tremilacinquecento unità. In provincia di Avellino, sempre secondo i dati Ires, attraverso i progetti integrati sono stati finanziati 477 interventi per un totale di 692milioni di euro, di cui il 60% attraverso le misure del POR Campania 2000-2006, il 24% con risorse private e il restante 14% con altre risorse pubbliche. Dei 477 interventi 272, circa il 57%, riguardano la realizzazione o il miglioramento di infrastrutture per un totale di 302 milioni di euro, di cui il 66,59% attraverso le misure POR.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come si districheranno i numerosi candidati alle prossime elezioni tra le solite promesse di cambiamento, innovazione e sviluppo oppure, di fronte ad una situazione tanto drammatica, continueranno ad attaccarsi gli uni con gli altri per un posto in più alla Comunità montana piuttosto che in qualche commissione particolare? La risposta, quella degli elettori troppo spesso scambiati per creduloni senza pretese, potrebbe essere sorprendente. Ai posteri l’ardua sentenza. (di Rossella Fierro)