Avellino, crisi finanziaria del Comune: la nota di Leonida Gabrieli

Avellino – “Si susseguono da giorni notizie e dichiarazioni sullo stato comatoso delle finanze comunali e sulla malcelata volontà degli amministratori di dichiarare il dissesto del Comune di Avellino. Questi, in particolare, incentrano e concentrano i loro interventi sull’impegno di far conoscere la “verità” sulla reale condizione dell’Ente”. Così in una nota Leonida Maria Gabrieli.

“Orbene, dato per scontato che è necessario “far emergere la vera verità” (cito l’assessore alle finanze); dato per certo che il Comune di Avellino ha debiti fuori bilancio per diversi milioni di euro compresi alcuni ancora in contenzioso ma che si reggono comunque su sentenze esecutive di primo grado ed altri al di là da venire; ritenuto che quella “verità” ancora oggetto di “nuovi elementi” sottoposti a verifica dei revisori (che a me pare essere gli stessi della scorsa consiliatura e che quindi già conoscevano i conti tanto da farne oggetto di loro relazioni in occasione dell’approvazione dei bilanci) non potrà dare un quadro diverso dello stato delle finanze comunali, è da chiedersi se, oltre all’accertamento di tale “verità” che concettualmente non può che essere “vera”, sia ineludibile ricorrere al pre-dissesto o al dissesto. In sostanza, la domanda alla quale si dovrebbe rispondere è se vi sono politiche economico-finanziarie alternative attraverso le quali il Comune di Avellino “possa fare validamente fronte” ai debiti in questione. Io credo, come altri, che potrebbe essere possibile, solo se quella ricerca di “verità” sui debiti fosse accompagnata da uguale caparbia ricerca sugli interventi possibili, che ci sono, e da una buona dose di coraggio e di risolutezza. E mi auguro che la questione non resti chiusa e decisa in un’aula di giunta già orientata o di un suggestionabile consiglio comunale, fatto salvo qualcuno, per forza di cose assente sui contenuti propri della materia. Da ultimo, non è un buon sistema né serve “abbandonare” i lavori di una commissione perché ciò significa sfuggire alla verità”.