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Avellino – Consuntivo, la minoranza: “Solo 37 milioni riscossi”

Avellino – Un indirizzo di “mala amministrazione evidente che non lascia sperare bene neanche per le previsioni future”. E’ duro il giudizio dell’opposizione di Palazzo di Città sul Consuntivo 2004, cinquanta per cento opera dell’amministrazione Galasso. Questa mattina la conferenza stampa presso la sede di Alleanza Nazionale introdotta dal capogruppo comunale di partito, Giovanni D’Ercole, ha accolto la relazione del presidente della Commissione comunale al Bilancio, l’An Carmine Montanile e le riflessioni dei consiglieri Antonio De Fazio, Libera Città e Modestino Iandoli, An. Quattro in particolare i punti critici rilevati dai dati di bilancio: l’assoluta incapacità dell’amministrazione di monetizzare l’accertato (a fronte di 100 milioni e 279 mila euro da incamerare, sono stati riscossi solo 37 milioni.“Molti dei crediti – dichiara Montanile – andranno in prescrizione ed, essendo residui attivi, andranno a ridurre l’avanzo di amministrazione”); la chiusura in perdita dell’Asa, in parte municipalizzata, con 200 mila euro in rosso nonostante l’impiego dei cosmarini, forza lavoro non pagata dalla società (“preannunciamo forte battaglia affinchè la raccolta di immondizia venga affidata con gara di evidenza pubblica, al fine di offrire un servizio più efficiente e meno costoso”); la disparità dei servizi a domanda individuale che vede penalizzati quelli socialmente più utili -come gli asili nido e la mensa scolastica, coperte dai cittadini al 41 per cento, a fronte ad esempio degli impianti sportivi, coperti al 93 per cento dal Comune (“Ad Avellino la gente spende di più per mandare i figli a scuola che per fargli fare sport”, rincalza l’opposizione); infine, Ici e Tarsu: troppi sprechi ai quali non si può riparare con ulteriori sacrifici da parte dei cittadini. Insomma, maggiore autonomia impositiva da parte del Comune, maggiore pressione fiscale e minore potere d’acquisto e di indebitamento dei cittadini. Ancora, incremento della spesa del personale, aumento del fondo del salario accessorio, lo storno “immotivato” di 11 milioni e mezzo di residui attivi e di 8 milioni di passivi per insussistenza; “mancata” adesione al decreto salva-spese del Governo. E, di fronte a tutto ciò, di fronte ad un avanzo di amministrazione che scende da 9 milioni e mezzo del 2003 a 7 milioni e 400 mila euro nel 2004 “questa amministrazione – conclude l’opposizione – va in controtendenza. Non risponde incrementando la spesa in progetti pronti a contrastare l’evasione fiscale, ma aumenta le tasse ai cittadini”. (Antonietta Miceli)

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